Verdiniani decisivi per il raggiungimento del numero legale. Cinquestelle in piazza. Napolitano: "Troppe pressioni su Gentiloni"
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Via libera del Senato alle cinque fiducie poste dal governo sulla legge elettorale. Il Rosatellum bis passa grazie al ruolo determinante dei verdiniani, sempre presenti in Aula per garantire il numero legale, e alle assenze tecniche di Forza Italia. In vista del voto finale di giovedì, la giornata a Palazzo Madama scorre in un clima di caos in Aula, tra gestacci e insulti. Tensione altissima anche in piazza, dove in un Pantheon gremito è ancora Grillo show.
Caos in Senato tra bende e gesti dell'ombrello - Il culmine della tensione arriva a metà pomeriggio, quando, in un clima ormai di corrida, il senatore pentastellato Michele Giarrusso, dopo aver votato, rivolge a Verdini un esplicito gesto dell'ombrello. Scoppia il putiferio e i commessi devono mettercela tutta per sedare un inizio di rissa. Poco più tardi, le proteste grilline non risparmiano nemmeno Pietro Grasso: sempre Crimi lo invita a "dimettersi" in segno di protesta contro la condotta del governo. Ma lui replica fermo: "A volte è più duro resistere che mollare. Per senso delle istituzioni rimango al mio posto. Come sapete non ho accettato di candidarmi in Sicilia proprio per poter continuare a espletare il mio compito".
Contestazioni anche nel Pd - Malumori molto più pacati ma altrettanto significativi anche all'interno del Pd: Vannino Chiti assieme ad altri cinque senatori dem annuncia di non votare la fiducia, definendo questa scelta "un grave errore". I voti si susseguono costanti: la maggioranza li supera senza grandi problemi, sempre attenti a mantenere l'Aula in numero legale. Alla fine della seduta, proprio prima dell'ultima fiducia, sull'articolo 6 della riforma, le opposizioni, Si, Mdp e M5s lasciano l'Aula. Anche l'intero gruppo dei senatori pentastellati abbandona Palazzo Madama.
Fondamentali i verdiniani - Senza il voto di Mdp, la maggioranza non soffre grazie anche alle molte assenze sul fronte dell'opposizione al momento del voto in Aula, soprattutto tra le file di Forza Italia e della Lega. Ma è in difficoltà per il raggiungimento del numero legale, tanto che in almeno tre voti di fiducia è stato decisivo il sostegno dei senatori di Verdini.
L'intervento di Napolitano: "Pressioni su Gentiloni" - Una giornata campale in cui Giorgio Napolitano prende la parola a mezzogiorno in un silenzio carico di attenzione, per criticare duramente il ricorso alla fiducia, ma al contempo difendere il difficile ruolo del premier Paolo Gentiloni, "sottoposto a forti pressioni". Spiega di essere "rammaricato" del fatto che abbia "dovuto aderire" alla richiesta di fiducia. Tuttavia si dice favorevole, malgrado "tutte le problematicità e le riserve", alla fiducia al governo. Poi però, nel corso del pomeriggio, non partecipa alle tante "chiame" ma fa sapere che domani "affiderà al voto elettronico finale sul provvedimento l'espressione della fiducia al governo Gentiloni già annunciato in Aula".
La replica di Renzi: "Offensivo dirlo" - "Non c'è stata alcuna pressione nei confronti del presidente del Consiglio. Le posso garantire che il mio rapporto con il presidente del Consiglio è un rapporto adulto: siamo molto amici, c'è grande stima e condivisione, dopodiché su molte cose la pensiamo in modo diverso. Gentiloni pensa con la sua testa, quello che lei ha detto è offensivo verso Gentiloni". Lo ha detto il segretario del Pd Matteo Renzi a Porta a Porta, rispondendo a chi sostiene che siano dirette a lui le parole di Napolitano.
Cinquestelle bendati in piazza - Intanto i Cinquestelle lanciano l'offensiva finale contro il Rosatellum in piazza del Pantheon. A sostenere la battaglia arriva a Roma anche Beppe Grillo, sul palco con Luigi Di Maio e Alessandro di Battista, tutti e tre con gli occhi bendati davanti ai loro sostenitori. Lo stesso gesto di dissenso inscenato in Aula da quei senatori che hanno votato con una benda bianca sugli occhi. Fischi e insulti della piazza sono riservati soprattutto nella direzione del Colle, verso il Presidente Mattarella. "Ha già firmato una legge incostituzionale come l'Italicum. Dovrebbe stare molto attento a rifarlo. Mi auguro che ci pensi molo, molto bene", tuona Di Battista. "Abbassate le bandiere, qui stiamo facendo una battaglia per tutto il popolo italiano", dice Grillo. "Non abbiamo potuto fare una manifestazione attorno al Senato perché hanno paura: ma io ho consigliato alla polizia di andarci loro là, ed accerchiarli".