L'emendamento dell'esecutivo stravolge la proposta di legge delle opposizioni. Cecilia Guerra (Pd) all'attacco: "La maggioranza ha impiegato 9 mesi per partorire questa schifezza?"
Sul salario minimo il governo è delegato ad adottare entro 6 mesi uno o più decreti legislativi, volti "ad intervenire in materia di retribuzione dei lavoratori e contrattazione collettiva" al fine di garantire "l'attuazione del diritto di ogni lavoratore e lavoratrice a una retribuzione proporzionata e sufficiente sancito dall'articolo 36 della Costituzione". E' quanto prevede l'emendamento della maggioranza che in pratica riscrive la proposta di legge dell'opposizione. Il testo elenca una serie di obiettivi: "assicurare ai lavoratori trattamenti retributivi giusti ed equi", "contrastare il lavoro sottopagato", "stimolare il rinnovo dei contratti collettivi" e "contrastare il dumping contrattuale". L'emendamento di maggioranza ha fatto andare su tutte le furie le opposizioni. Il leader del M5s, Giuseppe Conte, ha parlato di "Parlamento umiliato" e del ritorno delle "gabbie salariali". Dal canto suo, il ministro Marina Calderone aveva spiegato la logica che ha spinto la maggioranza a modificare il testo, asserendo che "siamo contro il salario minimo, siamo per una equa retribuzione".
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Sul salario minimo, ha osservato Conte, "il governo, dopo aver buttato la palla in tribuna, preannuncia che la sgonfierà. Umilieranno il Parlamento, hanno detto che passeranno al decreto legislativo". "Lo fanno per prendere tempo e sfiammare questa che è stata l'onda che si è levata nel Paese. Si sono ingegnati in tutti i modi, con espedienti normativi per cercare di allontanare questa che è una norma di civiltà", ha affermato il presidente del Movimento 5 Stelle.
"Con l'emendamento si dà uno schiaffo ai lavoratori: parlano di salari differenziati in relazione alle varie parti d'Italia, quindi tra nord e sud, è una prospettiva scellerata che reintroduce le gabbie salariali - ha evidenziato il leader penstastellato -. Questo disegno si collega all'altro scellerato progetto di autonomia differenziata. Questa maggioranza getta le carte sul tavolo, vogliono stravolgere la Costituzione con un disegno accentratore di tutti i poteri in una sola figura".
Ha fatto eco a Conte, la responsabile al Lavoro del Pd, Cecilia Guerra che ha definito una schifezza la proposta partorita dalla maggioranza. "Ha tirato finalmente fuori il coniglio dal cilindro: il contratto collettivo nazionale maggiormente applicato. Il nuovo faro guida per la giusta retribuzione. Un concetto pericoloso, perché non ancorato ad alcun criterio di rappresentatività dei soggetti che lo firmano, che favorisce paradossalmente i contratti pirata - ha osservato -. Vogliono quindi cancellare il riferimento, democratico, ai contratti firmati dalle associazioni datoriali e sindacali comparativamente più rappresentative, contenuto nella legge delle opposizioni. Ma vogliono anche cancellare il salario minimo legale, perché per loro 9 euro lordi all'ora sono troppi! Per non parlare delle gabbie salariali, contenute nel loro emendamento. Nove lunghi mesi di riflessione per partorire questa schifezza?".