Il leader leghista dice no alla proposta di Berlusconi per il successore di Napolitano. E spiega che il "dottor Sottile" è "quello del prelievo forzoso dai conti correnti nel 1992, il padre dell'euro, di quest'Europa"
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"Giuliano Amato è l'ultimo uomo sulla faccia della Terra che voterei come presidente della Repubblica". Così il segretario della Lega Nord, Matteo Salvini, commenta l'idea di Silvio Berlusconi di candidare il "dottor Sottile" al Colle dopo le dimissioni di Giorgio Napolitano. Salvini, addirittura, rincara la dose "Anche se fosse l'ultimo uomo sulla Terra, non lo voterei".
"Amato - sottolinea Salvini - è quello del prelievo forzoso dai conti correnti nel 1992, il padre dell'euro, di quest'Europa. Penso che abbia una lauta pensione che possa godersi senza fare il presidente della Repubblica".
Il segretario leghista parla poi del futuro del centrodestra, che vede come una squadra "non con un attacco a due punte", cioè con due leader, ma con un "attacco a 10 milioni di punte, tanti sono gli italiani che votano centrodestra. Renzi fa l'uomo solo, ma a me questo non interessa: mi interessa la squadra".
In quando alla scelta del leader del centrodestra, poi, replicando a Berlusconi che lo vede come "un centravanti", Salvini spiega come "il progetto e il leader verranno scelti dagli italiani e non da un singolo comunque si chiami. Saranno gli italiani a scegliere, e sceglieranno anche chi li porterà avanti. Io non mi sono mai sentito un centravanti, quando giocavo ero terzino destro, l'ultimo dei miei pensieri è fare il numero 1. L'importante è che tutti sappiano, dal primo all'ultimo, che saranno gli italiani a scegliere".
Salvini poi ironizza sulla politica fiscale del governo, che vuole abbassare le tasse di 18 miliardi. "Perché - chiede il leader della Lega - solo 18? 20, 25, 80, mi stupisco che non abbia proposto gli 80 miliardi di taglio delle tasse. Ormai alle bufale di Renzi non credono neanche i suoi elettori che stanno a casa. Il dramma è che abbiamo cifre della disoccupazione da dopoguerra. Io continuo a sperare che faccia qualcosa, ma più che promettere per il momento non sta facendo".