aperta la crisi per un esecutivo leghista

Salvini guarda oltre: "Voglio un governo con Giorgetti al ministero dell'Economia"

Il leader della Lega: "Con noi non sono in discussione né quota 100 né gli 80 euro, ma sarà doveroso verificare il Reddito di cittadinanza"

14 Ago 2019 - 20:10
 © ansa

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"Quello a cui penso io? È un governo con Giancarlo Giorgetti ministro dell'Economia. Questo è quello che voglio e per cui lavoro". Lo afferma il leader della Lega, Matteo Salvini, in un'intervista al "Corriere della Sera". Il vicepremier torna sulla sua mossa di martedì di aprire al taglio dei parlamentari per poi andare al voto ma senza ritirare la mozione di sfiducia al premier Conte.

Il vicepremier quindi tira dritto e conferma l'intenzione (ribadita poi in un intervento radiofonico) di votare la mozione di sfiducia al premier il 20 agosto. "Ma che le devo dire? Quel che ho già detto: non siamo al mercato del pesce. Forse che loro hanno cancellato tutti i no degli ultimi mesi? Comunque, io ho preso tali e quali le parole di Di Maio di cinque giorni fa: diceva testuale che dopo il taglio delle Camere si poteva andare a elezioni. Ma se è dopo, significa che prima voti quello, e poi si apre la crisi".

Ma secondo lei il capo dello Stato sarà d'accordo nel rinviare alla prossima legislatura l'entrata in vigore di una riforma costituzionale come il taglio dei parlamentari? "Io so - risponde - che si è già fatto in passato, su materie rilevanti". La fotografia del tabellone che ha bocciato le modifiche del calendario, per Salvini è "l'inciucio". "Però, voglio proprio vedere - aggiunge - Paragone e la Boschi che votano insieme la commissione d'inchiesta sulle banche. Oppure quella sulle case famiglia tipo Bibbiano".

"Aggiungo che, a differenza di quello che dicono Renzi e Di Maio, con il nostro governo - osserva - non è in discussione quota 100 e non si toglieranno gli 80 euro. Semmai, sarà doveroso verificare il reddito di cittadinanza".

Perché non ha incontrato Silvio Berlusconi? "Ma dai... Ho letto cose da pazzi. Che si vogliono i notai per firmare gli accordi...", "Io sono stato per gran parte della giornata al Viminale, ci sono le navi di 5 Ong con 500 ospiti a bordo, c'erano due bimbi di sei mesi in difficoltà che eravamo pronti ad accogliere... E poi ho chiuso il dossier di Castel Volturno dove ci occuperemo di camorra, mafia nigeriana, rifiuti che scompaiono... Con Berlusconi ci siamo sentiti per telefono". "Io ho lanciato l"Italia del si'' senza preclusioni, ma questo non vuole dire che già ci siano accordi o altro. Tra l'altro, le vecchie etichette sono del tutto superate", aggiunge Salvini.

Giorgetti: "Elezioni più facili se crisi aperta prima" - Sulla "tempistica" della crisi di governo, ha parlato anche Giorgetti, spiegando che "sarebbe stato più facile andare a votare se si fosse aperta prima la crisi di governo". "Quando è diventata conclamata la diversità di vedute tra M5s e Lega su alcune cose - ha quindi proseguito il sottosegretario leghista -, dalla giustizia alla Tav, Salvini ha deciso di aprire la crisi". "Ma sono le decisioni di un capo, un capo decide sempre lui da solo", ha aggiunto.

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