LA GIORNATA POLITICA

Salvini lancia la flat tax al 15% per i dipendenti | Parlamentarie M5s, Casalino e Di Battista non si candidano

Calenda: "Renzi? Ci sentiremo presto". Il leader di Italia Viva: "Sarebbe un errore non fare un percorso insieme". Meloni: "Io premier se FdI prenderà più voti"

08 Ago 2022 - 23:13
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Matteo Salvini riporta la campagna elettorale sui contenuti e torna sul cavallo di battaglia delle tasse: "Vogliamo estendere la flat tax al 15% anche ai lavoratori dipendenti", annuncia, sicuro che "nell'arco dei 5 anni si può fare". Nel Movimento 5 Stelle si lavora alle candidature. Nelle liste non ci saranno però Alessandro Di Battista e Rocco Casalino: i loro nomi, infatti, non rientrano tra quelli in corsa per le parlamentarie che si terranno il 16 agosto. Dopo lo strappo dal Pd, Carlo Calenda congela l'incontro con Renzi: "Ci sentiremo presto", dice. Il leader di Italia Viva: "Sarebbe un errore non fare un percorso insieme".

Premiership, Giorgia Meloni esce allo scoperto - Sul nodo della premiership, Giorgia Meloni esce allo scoperto e ammette che se il 25 settembre il suo partito otterrà il maggior numero di voti nella coalizione, proporrà il suo nome per Palazzo Chigi. "Certo, io presumo di sì, perché non dovrebbe esserlo? Qual è la ragione per dire 'Meloni no' e si dovrebbe indicare un altro?", insiste aggiungendo per paradosso: "Immagino che la gente che vota FdI, voti in quest'ottica e non per trovarsi un Giuseppe Conte".

Calenda, Renzi e il cantiere del Terzo polo - Rotto il patto con il Pd, Carlo Calenda non ha alcuna intenzione di rispondere, almeno per ora, alle sirene di Matteo Renzi e di chi 'chiama' ad alta voce la nascita del Terzo polo. "Ci sentiremo presto", dice in serata ospite di La7, proprio mentre il leader di Italia Viva, su Rete4, dice che "sarebbe un errore non fare un percorso insieme". La deadline è fissata per il 22 agosto, quando saranno consegnate le firme che accompagneranno le liste dei candidati, ma entro il 14 agosto dovranno essere depositati al Viminale i simboli e le dichiarazioni di apparentamento.

Le scelte di Letta dopo lo strappo di Azione - Enrico Letta fa partire la campagna elettorale da Marcinelle, il luogo della tragedia che nel 1956 costò la vita a 262 minatori, di cui 136 italiani. Per il segretario dem, lo strappo di Carlo Calenda potrebbe avere come conseguenza il venir meno del veto a candidare negli uninominali i leader delle forze politiche inizialmente considerati divisivi, come Luigi Di Maio, Angelo Bonelli e Nicola Fratoianni. Ma, su questo, ancora non sono state prese decisioni. E ci sarà la necessita' di rimodulare quel 24% di collegi previsti per la federazione Azione-Più Europa.

Centrosinistra, Letta chiude la partita delle alleanze

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