Il leader della Lega chiede "misure shock" sul fisco e tra i Cinquestelle cresce il sospetto che il vero obiettivo sia quello di far saltare il governo
© ansa
Uno "shock fiscale" per "non dare il sangue all'Europa": Matteo Salvini rilancia la sua sfida all'Ue e chiede a Giuseppe Conte, e a Luigi Di Maio di anticipare all'estate la manovra economica. Una mossa che però, in piena trattativa sulla procedura d'infrazione, fa crescere tra i pentastellati il sospetto che il vero obiettivo sia far saltare l'esecutivo. Ma lui non molla e rilancia anche sulla flat tax assicurando che "i soldi ci sono".
Salvini: "Meno tasse e più assunzioni" - Il vicepremier lo dichiara a Sky Tg24, precisando che la flat tax "varrà almeno 15 miliardi" e che "i fondi sono già stati trovati. Non è un capriccio della Lega diminuire le tasse alle famiglie, alle imprese, ai lavoratori. E' l'unico modo che far ripartire questo Paese. A Bruxelles si mettano l'anima in pace: nel 2020 non tutti, ma tanti italiani pagheranno meno tasse, apriranno nuove imprese e ci saranno più assunzioni".
Non manca la stoccata all'Ue sui migranti: "Sull'immigrazione l'Europa continua a non esistere: non esagerassero parlando di infrazione, multe, commissari. Noi all'Europa diamo sei miliardi l'anno quindi ci permettano di tagliare le tasse agli italiani. Io lo farò qualunque cosa accada". E arriva anche l'attacco per la Sea Watch, ferma al largo di Lampedusa: "Da undici giorni ho un'imbarcazione olandese di un'ong tedesca in giro per le acque del Mediterraneo senza che nessuno muova un dito".
Linea dura Ue: senza correzioni scatta la procedura - Dall'altra parte però, la linea di Bruxelles lascia poco spazio ai voli pindarici: senza correzioni cospicue, questa volta la procedura scatta. E anche se Salvini sembra non curarsene, Conte è tornato da Bruxelles con un messaggio di prudenza e grande preoccupazione, definendo la situazione "molto complicata" ma dicendosi "fiducioso" in un "approccio costruttivo di tutte le parti che siedono intorno al tavolo" per "evitare una procedura d'infrazione che farebbe male all'Italia". E il premier avverte di essere pronto a fare "qualsiasi cosa serva", compresa la possibilità di condizionare al via libera ai conti il via libera italiano alle nomine Ue.
Conte però deve combattere anche sul fronte interno. Mercoledì, infatti, in Consiglio dei ministri Giovanni Tria porterà la legge di assestamento di bilancio, cui si dovrebbe accompagnare la proposta di destinare le risorse avanzate da quota 100 e reddito di cittadinanza al taglio del deficit. Ma una norma che cambiasse la destinazione di quelle risorse potrebbe essere additata come una "manovrina". E soprattutto ci si attende che Salvini alzi ancora la posta. I Cinquestelle, che già hanno lasciato alla Lega la responsabilità della manovra per non fornirle pretesti per rompere, si dicono pronti a sostenere un taglio delle tasse. E Di Maio dichiara che chiederà all'Ue "flessibilità per abbassare il cuneo fiscale". Ma Salvini chiede di più.
Il leader della Lega si spinge infatti anche a convocare al Viminale a luglio i sindacati con "altri rappresentanti del commercio, dell'impresa e dell'agricoltura per ragionare insieme sulla prossima manovra", e in settimana conta di incassare il via libera in Consiglio dei ministri alle intese sull'Autonomia. Ma sulle tasse mette la posta più grande: "All'Unione europea gli italiani stanno regalando decine di miliardi (e sangue) da anni, adesso basta. La Lega vuole anticipare la manovra all'estate, non c'è tempo da perdere", ribadisce.
Secondo la Lega, infatti, se anche si destinassero i tre miliardi di risparmi da reddito e quota 100 al taglio del deficit, il problema sarebbe solo rinviato all'autunno, quando non solo si dovrebbero trovare i 23 miliardi per evitare l'aumento dell'Iva ma l'Ue per il prossimo anno chiederebbe una correzione dei conti ancora piu' cospicua. Il Carroccio vuole quindi chiedere all'Ue di rinviare la sua decisione sulla procedura d'infrazione a dopo l'estate, lavorando già alla manovra complessiva, con misure "shock" e "trumpiane". E poiché le risorse da trovare sono talmente ingenti da essere quasi irraggiungibili (oltre 40 miliardi) qualcuno avanza anche il sospetto che il fine ultimo sia quello trascinare il Paese fuori dall'Euro.