Dopo l'affondo di venerdì, il vicepremier frena sui giudici. Di Maio: "Ieri gliel'ho detto che non deve attaccare i magistrati"
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"Non c'è nessun golpe giudiziario, ci sono delle inchieste. Spero che facciano bene e facciano in fretta. Rispetto il lavoro di tutti". Dal Forum Ambrosetti di Cernobbio, il vicepremier Matteo Salvini frena dopo l'attacco di venerdì ai magistrati che l'hanno indagato per il "Caso Diciotti" e che indagano sui fondi della Lega. E l'altro vicepremier, Luigi Di Maio, spiega: "Ieri l'ho detto a Salvini che non deve attaccare i magistrati".
"Conto - ha sottolineato Salvini - di fare per almeno 5 anni il lavoro di ministro dell'Interno, senza essere considerato un assassino o un rapitore. Aspetto con curiosità le sentenze che mi riguardano, sono disponibile ad andare a Palermo domani anche a piedi, non sono al di sopra della legge". Il ministro ha quindi chiarito che "rispetto il lavoro di tutti, non mi tolgono il sonno e vado avanti a lavorare per fare quello che gli italiani mi chiedono. Sono disposto a spiegare ai magistrati che bloccare il traffico di esseri umani è un mio dovere e commetterei omissione di atti di ufficio se non lo facessi. Ho la coscienza così a posto che sono disposto a essere indagato anche per altre 15 fattispecie di reato", ha spiegato.
Di Maio: "L'ho detto io a Salvini di non attaccare i magistrati" - Il dietrofront di Salvini sui giudici, però, non sembra essere arrivato dopo che il ministro dell'Interno ci ha semplicemente dormito sopra. Il leader M5s Luigi Di Mario spiega infatti di essere stato lui, durante un incontro notturno, a far aggiustare il tiro al collega vicepremier. "Quando non siamo d'accordo - ha raccontato durante una diretta Facebook per l'anniversario del 'V-Day' - io glielo dico e ieri l'ho detto a Salvini che non deve attaccare i magistrati. Perché quei magistrati sono gli stessi che arrestano i corrotti, gli scafisti e i mafiosi. E quindi, allo stesso modo, si rispettano anche quando ci indagano".
Anche perché, ha proseguito Di Maio, "sappiamo che abbiamo preso una scelta tutti insieme, politica, sulla nave Diciotti, e la portiamo avanti tutti insieme, senza perdere la testa, con calma e sangue freddo. Il sistema non sta giocando contro di noi sui fatti, ma sulle dichiarazioni si gioca a creare fibrillazioni nel MoVimento e anche nella Lega. Non possiamo basare il dibattito politico sulle dichiarazioni, dobbiamo badare ai fatti".
Bonafede: "Il mio non era un attacco a Salvini" - Un secondo chiarimento, poi, sembra esserci stato anche tra Salvini e il ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede. Il quale ha sottolineato che il suo intervento dopo la diretta Facebook di Salvini con l'affondo nei confronti dei giudici "non era un attacco a Salvini ma una precisazione. Un ministro ha il diritto di dire che un magistrato sta sbagliando, ma dire che un magistrato sta sbagliando perché è di destra o sinistra è errato. Non credo che Salvini voglia questo, che riporterebbe l'Italia al passato e sono sicuro è d'accordo con me".