Il leader della Lega a "Quarta Repubblica" chiarisce: "Nel bene e nel male decido io, gli italiani mi pagano per questo"
"Non faccio il toto-Quirinale con tre mesi di anticipo, anche perché molto dipende dalle decisioni di Mario Draghi. Aspettiamo che ci dica che ambizioni ha e poi valuteremo". Durante la puntata di "Quarta Repubblica" in onda lunedì 8 novembre, Matteo Salvini non vuole fare previsioni e rimanda l'appuntamento con l'elezione del Presidente della Repubblica.
"Si decide a febbraio e noi siamo a novembre - ha spiegato il Leader della Lega nella trasmissione di Nicola Porro - Abbiamo tre mesi da riempire di lavoro per gli italiani, a partire da come tagliare 8 miliardi di tasse". Poi prosegue: "Il Centrodestra, che è maggioranza nel Paese, nelle regioni e nei sondaggi, avrà il dovere di esprimere un candidato, perché non penso che possa essere sempre e solo il Partito Democratico a farlo, come accaduto negli ultimi decenni. Parlarne adesso, però, mi sembra distrarre gli italiani dai problemi di domani che riguardano tasse e lavoro".
Durante il collegamento, Salvini è intervenuto anche su altre tematiche, da un eventuale lockdown in vista del prossimo Natale ai vaccini per i più piccoli, soffermandosi anche sul confronto con il ministro Giancarlo Giorgetti: "È mio dovere ascoltare, consultare, studiare, capire e poi prendersi la responsabilità di decidere, perché uno dei peccati della politica e della burocrazia italiana è quello di non decidere mai. Io mi prendevo le mie responsabilità da ministro e il 17 dicembre vado a processo per questo, guido il primo partito del Paese e quindi spetta a me, gli italiani mi pagano per questo e non per dare colpe ad altri".