Arriva a 208 il numero delle prestazioni sanitarie a rischio. Proteste dei medici, multati in caso di mancata osservanza del protocollo. Sindacati e associazioni pazienti vogliono bloccare il decreto
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Se in agosto erano 108, ora sono già cento di più. Il Messaggero stila una lista delle prestazioni sanitarie considerate “inappropriate” che verranno rivedute per limitare gli sprechi. Dalle cure dentarie per i bambini allo screening dell'asma allergico. Una serie di esami al centro di un provvedimento ancora in preparazione al ministero. Ma sindacati e associazione dei pazienti sono già sul piede di guerra per fermare il decreto.
Odontoiatria e Tac - Si parte dall'odontoiatria, dove il servizio sanitario interverrà solo nel caso di bambini o adulti “vulnerabili” sotto diversi aspetti. Una regola che vale sia per l'estrazione di un dente che per l'applicazione di una corona. Poi ci sono le Tac e risonanze, uno dei settori più "abusati” dai pazienti. In questo caso, la richiesta di un esame specifico (e particolarmente costoso) deve essere giustificata da una serie di accertamenti precedenti.
Esami di laboratorio - La stretta riguarda anche gli esami di laboratorio. Dal colesterolo totale, eseguito come screening "nei soggetti di età superiore ai 40 anni” e in quelli a rischio. Fino ai test allergologici, che potranno essere coperti dal servizio sanitario solo dopo la visita specialistica.
Protesta dei medici - Contrari i medici, per cui è prevista una sanzione (anche pecuniaria) in caso di mancata osservanza del protocollo. Una categoria che si oppone soprattutto alla cosiddetta black list: "Alzeremo i toni della nostra protesta", annuncia Silvestro Scotti della Fimmg, i medici di famiglia.
Sindacati e associazioni: "Uniti per fermare decreto" - Associazioni di cittadini e pazienti pronti ad unire le loro forze con i sindacati di medici e sanitari per fermare il decreto sulle prestazioni inutili. "Contro la prospettiva di un medico trasformato in 'funzionario' è necessario confrontarsi per azioni comuni", commenta Tonino Aceti, portavoce del Tribunale dei Diritti del Malato Cittadinanzattiva. "Non possiamo non intervenire vedendo che si vuol trasformare il medico da professionista che agisce in scienza e coscienza a funzionario amministrativo che esegue comandi dall'alto per fare cassa", dice Aceti. Un decreto simile "incentiverà la medicina 'astensiva', il contrario di quella difensiva ma non meno dannosa, che spinge il medico a non prescrivere, perché se prescrive viene multato. Questo proprio nel momento in cui i dati ci dicono che aumenta la popolazione che non riesce ad accedere alle prestazioni per motivi economici e liste d'attesa".