In una intervista al Tg4, il titolare dell'Agricoltura spiega come l’Europa sta rispondendo alle proteste dei trattori
Commissario, dopo le proteste degli agricoltori, la Commissione ha risposto riaprendo un dialogo e anche operando dei cambiamenti. Cosa è successo?
"Capisco pienamente gli agricoltori, la loro situazione. Le proteste sono soprattutto contro le importazioni e il green deal. Dobbiamo essere più flessibili verso le loro richieste e in futuro, il mio punto di vista, è che dobbiamo rivedere il nostro approccio. E' meglio incoraggiare, incentivare gli agricoltori verso migliori pratiche produttive invece che forzarli".
Pensa che si sia esagerato con gli aspetti green?
"Dobbiamo riconsiderare questi elementi delle direttive europee che hanno un forte impatto su chi lavora ma non sono dei punti centrali della politica agricola comune. La presidente von der Leyen ha ritirato ad esempio la proposta sui pesticidi e sui terreni a riposo ed è una buona decisione, dal mio punto di vista".
Crede che bisognerà continuare a dare sussidi e finanziare gli agricoltori?
"Assolutamente, dobbiamo continuare a dare sussidi all’agricoltura, rafforzarli anzi il budget da destinare deve essere addirittura maggiore che oggi. Ci sono troppi fattori di rischi oggi, troppe situazioni di crisi".
Riguardo alle importazioni, lei arriva dalla Polonia, cosa bisognerà fare ad esempio con il grano ucraino?
"Abbiamo bisogno delle importazioni ucraine ma non così tante come sta accadendo ora. Dobbiamo ripensare la nostra risposta a questa situazione legata guerra e il nostro modo di supportare l’Ucraina".