Il ministro per i Beni Culturali, Dario Franceschini, con la sua omologa tedesca definisce l'ex segretario "a big problem". Il ministro dell'Agricoltura: "Sto con Matteo"
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"Ci dispiace. Un errore". Così il segretario del Pd, Nicola Zingaretti, commenta su Twitter la scissione voluta da Matteo Renzi. "Ma ora - prosegue il leader dei Dem - pensiamo al futuro degli italiani". Critico anche il ministro per i Beni Culturali, Dario Franceschini, che con la sua omologa tedesca parla di "big problem". Si schiera, invece, con l'ex segretario e premier il ministro Teresa Bellanova: "E' un progetto politico ambizioso".
Fiano: "Sogno infranto" - Arrivano soprattutto dai social, le prime reazioni allo strappo di Renzi. "Da scout a scout: non condivido ma buon cammino", è il commento dell'europarlamentare Giuliano Pisapia. "Quel sogno infranto sempre di una sinistra unita", dice invece il deputato Pd Emanuele Fiano.
Franceschini: "Nel 1921..." - Durissima la reazione di Dario Franceschini. "Nel 1921-22 il fascismo cresceva sempre più. Popolari, socialisti e liberali avevano la maggioranza in Parlamento, fecero nascere i governi Bonomi, Facta1, Facta2. La litigiosità e le divisioni li resero deboli sino a farli cadere facendo trionfare Mussolini. La storia dovrebbe insegnare", ha scritto, su Twitter, il ministro dei Beni culturali e capo delegazione del Pd al governo.
"Renzi? A big problem" - Divertente il siparietto tra lo stesso Franceschini ministro dei Beni Culturali e capodelegazione del Pd nel governo, e la sua omologa tedesca Michelle Müntefering, durante un breve scambio di battute in inglese intercettato dai giornalisti e dalla telecamere alla Triennale di Milano, dove i due avranno questa mattina un bilaterale. "What's Renzi doing now?" ha chiesto la ministra tedesca a Franceschini, il quale ha risposto: "Today it's a big problem".
Martina: "Andarsene è un errore" - "Uscire dal Pd è un grave errore. Non ho mai visto il centrosinistra rafforzarsi con le divisioni. E poi, adesso che siamo al governo, le nuove responsabilità verso il Paese richiedono più unità, non meno", ha detto Maurizio Martina. "Se guardo alle esperienze vissute, dividere la coalizione che sta al governo non ha mai aiutato il governo stesso. C'è il rischio di conseguenze non positive", ha aggiunto.
Ricci: "I sindaci rimarranno nel partito" - Sempre su Twitter è arrivata anche la reazione di Matteo Ricci, sindaco di Pesaro. "Un errore enorme la scissione di Renzi. Non credo nei partiti personali e le divisioni portano sempre male. I sindaci popolari aggregano, non dividono. Per questo credo rimarremo tutti nel Pd che, a maggior ragione, vogliamo riformista e maggioritario (non il Pds)", ha scritto.
Amendola: "No a risse e conflitti" - "Questo governo già nasce su delle condizioni abbastanza particolari, per essere diplomatico. Credo che uno dei più grandi bisogni di questo governo sia, non dico la tranquillità perché ci sono tante cose da fare, ma un modo di porsi tra le forze politiche in Parlamento che non sia rissoso o sia conflittuale. Quindi mi auguro che Renzi faccia parte di questo progetto", ha commentato il ministro degli Affari Europei, Enzo Amendola.
"Sconcerto" tra gli eurodeputati renziani - Trapela, comunque, sconcerto e dispiacere, confusione ma anche stupore per la tempistica dello strappo di Matteo Renzi, nella delegazione del Pd al Parlamento europeo, dove ora si apre "una riflessione". "Per me è una sofferenza, anche personale ma per ora non voglio dire di più", ha detto Simona Bonafè, considerata storicamente una delle più vicine all'ex premier nel gruppo dem, così Pina Picierno, Alessandra Moretti e soprattutto Nicola Danti, ripescato quest'ultimo al Pe dopo la nomina di Roberto Gualtieri a ministro dell'Economia. "Oggi ci siamo confrontate con Bonafè e Picierno, ci sarà una riflessione ma in questo momento prevale il dispiacere", ha aggiunto la Moretti.
Boccia: "Non capisco le ragioni di Renzi" - "Non ho condiviso questa decisione e non ne capisco le ragioni. La scissione è sempre un errore, lo dimostra la storia. Rispetto però le scelte, anche dolorose di tanti che ora lasciano il partito". E' questo il pensiero di Francesco Boccia, ministro per gli Affari regionali.
Gentiloni: "Pd progetto di una vita" - Anche il commissario Ue, Paolo Gentiloni, ha commentato la scissione via Twitter: "Per me il Pd non è un episodio. È il progetto di una vita. Ci ho lavorato con Veltroni e Renzi, sono stato in minoranza con Bersani. Oggi è uno dei partiti progressisti europei più forti e aperti al futuro. In tempi così difficili, teniamocelo stretto. E guardiamo avanti", ha scritto.
Bellanova: "Non è una scissione" - Chi si schiera invece apertamente al fianco di Salvini è il ministro dell'Agricoltura, Teresa Bellanova: "Sto con Matteo Renzi. E' un progetto politico ambizioso. Guarda al futuro del Paese e dell'Europa, nel tentativo di interpretare e catalizzare quello che nella società italiana nasce e si muove e non trova più interlocutori competenti, affascinanti e credibili tra le forze politiche. Per questo la parola scissione è fuori luogo e pericolosa per interpretare quello che sta avvenendo. Non è scissione ma sincera presa d'atto di una difficoltà di coesistenza tra anime diverse che in questi anni si è fatta sempre più evidente", h ascritto su Facebook.
Bonetti: "Il coraggio di Renzi mi appartiene" - Anche il ministro per le Pari opportunità e la famiglia, Elena Bonetti, sostiene la scelta scissionista. "Quella tracciata da Matteo Renzi è una strada di libertà e coraggio, che appartiene pienamente a me e alla mia storia personale. Il mio servizio come ministro è e rimarrà nel solco di quanto giurato: nell'interesse esclusivo della nazione. Per questo con ancora maggiore impegno mi spenderò al fine di dare stabilità all'azione di governo, nel necessario gioco di squadra con tutta la maggioranza", ha detto.
Letta: "Scissione senza ragioni politiche" - "Ho letto in treno quindi con più attenzione e senza distrazioni l'intervista di Matteo Renzi. Cercavo soprattutto le ragioni quelle profonde e politiche della scissione dal Pd. Non le ho trovate". Enrico Letta commenta così, su Twitter, lo strappo di Renzi.