NUOVE ACCUSE

Scissione Pd, Bersani: "Il regista di tutto è stato Renzi"

L'ex segretario del Pd replica all'accusa di Renzi. E sulla legge elettorale chiede: "Togliere i capilista bloccati"

27 Feb 2017 - 20:22

"Renzi adesso cerca il regista della scissione, ma non sia così umile. Ha fatto tutto lui". Pierluigi Bersani torna ad accusare l'ex segretario Pd della disgregazione del partito e aggiunge: "Dopo averle provate tutti siamo usciti. Con lui stavamo andando contro un muro". E sul fronte governo assicura l'appoggio: "Da qui al 2018 vogliamo stabilizzare i governi, l'instabilità la porta qualcun altro. La maggioranza in Parlamento non verrà meno".

"I tempi stringono, dopo averle provate tutte siamo usciti dal Pd. Perché, con Renzi, stiamo andando contro il muro, prima Paese, poi partito, poi i destini individuali". Con queste parole Pierluigi Bersani ha aperto la prima uscita pubblica dalla scissione dal Pd. E' intervenuto a Modena, parlando di fronte alla sala gremita della Polisportiva Modena Est. Si tratta di un'iniziativa che era stata organizzata, da tempo, dalla fondazione Nens. Diventata, poi in corsa, iniziativa dei Democratici e Progressisti.

"Da qui al 2018 vogliamo stabilizzare i governi sia locali sia nazionale, l'instabilità la porta un altro. La maggioranza in Parlamento non verrà meno, anzi si allargherà un pochino, naturalmente qualificando l'azione del governo. Poi, da qui al 2018, dobbiamo organizzare il campo di centrosinistra: vediamo anche come verrà fuori la legge elettorale". Ha aggiunto Pierluigi Bersani.

"Togliere i capilista bloccati" - "In nome della governabilità togliamo i capilista bloccati, perché non si può pensare che il 70% del parlamento sia nominato, con le preferenze per prendere in giro l'elettore. Serve una rivisitazione di una roba con il Mattarellum dove deputato deve guardare i cittadini all'altezza degli occhi".

"Vogliamo recuperare pezzo del nostro popolo" - Bersani parla poi degli elettori, quelli, secondo lui, che si sentono orfani di un partito di sinistra. "Quando perdi 19 ballottaggi su 20 vuol dire che sei da solo rispetto agli altri del mondo democratico e progressista, ma sei da solo anche rispetto a un pezzo del tuo popolo e noi dobbiamo andarcelo a riprendere questo pezzo, altrimenti vince la destra". "Renzi - ha detto - ha preteso che il centrosinistra si riassumesse nel Pd e il Pd si riassumesse nel capo. Non funziona così. Il simbolo di questa assenza di sintesi è stata l'ultima assemblea. Quando c'è una relazione urtante, che alza un muro e il segretario non conclude neanche, senza neanche dire ciao e va in California". "Ho parlato con molte persone: fra quelli che sono d'accordo con noi in tanti mi dicono "almeno so per chi votare", perché altrimenti non sarebbero andati a votare. Questa cosa mi ha colpito molto", ha concluso Bersani.

Parlamento fermi la deriva dei voucher - "Sui voucher basterebbe fare una cosa normale, di buon senso: erano nati come lavoro accessorio, per pagare i cosiddetti 'lavoretti'. Se arrivi a 140 milioni di ore di voucher, vuol dire che si è sbarellato completamente. E' dovere del governo e del parlamento di fermare questa deriva perché sta sostituendo anche la minima dignità contrattuale. Io sono per una norma che riconduca l'uso dei voucher ai lavoretti, altrimenti appoggiamo il referendum, senza discussione". Questa la posizione di Bersani chi gli chiedeva un commento sul tema dei voucher.

Commenti (0)

Disclaimer
Inizia la discussione
0/300 caratteri