Ma il primo a rispondere alle dichiarazioni del ministro dell'Ambiente è stato il governatore del Piemonte che ha invitato Costa "a sporcarsi un po' con i sindaci"
Sergio Costa, ministro dell'Ambiente e della Tutela del territorio e del mare © ansa
Dure le reazioni alle parole del ministro dell'Ambiente e della Tutela del territorio e del mare, Sergio Costa, che durante un'intervista ha affermato che la battaglia contro il dissesto idrogeologico non è stata ancora vinta non per la mancanza di fondi, ma per le carenze dei Comuni. "Se il ministro Costa intende individuare un'istituzione sulla quale scaricare le responsabilità, sbaglia di grosso", ha attaccato il presidente dell'Anci e sindaco di Bari, Antonio Decaro.
La risposta del presidente dell'Anci - "In tutti gli incontri e in tutte le occasioni l'Anci (Associazione Nazionale Comuni Italiani) da tempo sostiene con forza la necessità di varare un piano straordinario per la manutenzione del territorio", ha dichiarato Decaro, che ha aggiunto: "Se è questo quello che oggi propone il ministro, noi sindaci siamo pronti a collaborare".
Il sindaco di Bari spiegato che "se il ministro finalmente, a nome del governo, intende farsi carico di quello che da anni stiamo sostenendo come associazione dei Comuni, ben venga", ma che "sbaglia di grosso" se intende puntare il dito contro una determinata istituzione, scaricando su di essa tutte le responsabilità.
Decaro, in qualità di presidente dell'Anci, ha ricordato che i Comuni "sono i principali investitori pubblici in questo Paese, con percentuali di resa e efficienza incommensurabili rispetto agli altri livelli di governo". L'associazione rivendica "non sono solo finanziamenti, ma anche competenze e regole semplificate soprattutto per i piccoli Comuni".
La replica del governatore del Piemonte - Il primo a rispondere alle dichiarazioni del ministro Costa è stato Cirio, che ha affermato: "Caro ministro, esca dal suo Ministero e venga in Piemonte a sporcarsi un po' con i nostri sindaci, che non dormono da tre giorni, che spalano con le ginocchia immerse nel fango e che firmano, sotto la responsabilità e senza ancora nessuna certezza dallo Stato, interventi di somma urgenza per mettere in sicurezza la loro gente".
L'intervista del ministro dell'Ambiente - Tutto è partito da un'intervista concessa al quotidiano La Stampa dal ministro Costa, il quale ha spiegato che sono le Regioni a decidere "la conformità dei progetti e se ammetterli ai finanziamenti nazionali", ma sono i Comuni ad avere "il compito di individuare i territori a rischio e di realizzare progetti per metterli in sicurezza: non tutti ci riescono".
Studiare piani di prevenzione, che permettano di adattare i territori al cambiamento climatico, è molto complicato e, sempre secondo il ministro, "i Comuni più grandi hanno competenze e risorse per poterli realizzare, ma, spesso, i Comuni più piccoli, quelli delle zone a rischio, non hanno né le competenze né le risorse per accedere a studi esterni".
Le soluzioni - Costa ha anche parlato dell'azione del governo, che ha "inserito alcune misure nel decreto Semplificazioni di luglio". Il Ministero dell'Ambiente, inoltre, ha "previsto di anticipare ai Comuni il 30% della spesa in modo da permettere l'attivazione di tutta la procedura per la messa in opera del cantiere".
Per realizzare i progetti sono stati messi a disposizione 7 miliardi di euro e le competenze dei funzionari della Sogesid (Società di Gestione di Impianti idrici). Fra gli altri provvedimenti adottati, ci sono "le misure contro la deforestazione e per migliorare l'efficientamento energetico"
Decreto Terra Mia - Per quanto riguarda il decreto per contrastare le ecomafie "Terra Mia", ancora fermo, Costa ha spiegato che si riunirà un vertice di maggioranza nei prossimi giorni, dove verranno dipanate queste questioni al sottosegretario dell'Ambiente Roberto Morassut.