"io sono mario, non luigi

Scontro Di Maio-Calabresi con gaffe, il giornalista: "Avete querelato mio padre"

Dà l'idea dell'approssimazione con la quale fate le cose", rincara il direttore di Repubblica a Di Martedì su La7. Il vicepremier: "Anche voi fate errori"

28 Nov 2018 - 10:20

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"Le ridò una querela che mi è arrivata ed è intestata a Luigi Calabresi, che come tutti sanno è morto molti anni fa, così me la ridate giusta. Dà l'idea dell'approssimazione con la quale fate le cose". E' l'affondo di Mario Calabresi, direttore di Repubblica, nell'infuocato faccia a faccia con Luigi Di Maio. Il ministro replica: "Sarà un errore formale dell'avvocato. Ci sono tante approssimazioni anche nelle cose che scrivete nei vostri articoli".

Il duro botta e risposta tra il vicepremier e Calabresi sulla libertà di stampa è avvenuto a Di Martedì su La7, ed è partito da alcuni titoli che il leader del M5s ha portato in trasmissione. "Un dato essenziale della libertà di stampa è che la politica non metta il naso nelle cose dei giornali", dice Calabresi. "La libertà di stampa non significa libertà di scrivere bugie", ribatte Di Maio che aggiunge: "Voglio un giornale che faccia le pulci al governo ma non abbia la libertà di dire bugie". "Abbiamo il dovere di smentire le bugie che dice il governo", risponde Calabresi.

Il confronto ha toccato anche l'ex editore del gruppo Espresso, Carlo De Benedetti. "Guardi le carte, non ha più un'azione da sei anni, le ha date ai figli", dice Calabresi. "Avete fatto una campagna contro Berlusconi che aveva dato le azioni ai figli - attacca Di Maio - e ora invece...". "Berlusconi è entrato in politica - ribatte Calabresi - De Benedetti invece si è ritirato".

Il direttore di Repubblica ha poi accusato Di Maio di volere un regime coreano per scegliersi gli editori che gli piacciono. "Due le cose che servono in un paese civile - dice Di Maio - Primo, voglio un editore che non dia notizie sulla sanità pubblica da proprietario della sanità privata. Secondo, va rispettata la dignità dei giornalisti che significa pagarli con prezzi equi".

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