Corteo per Ramy a Roma, scontri tra partecipanti e polizia
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Si ipotizzano forme di non immediata iscrizione nel registro degli indagati quando è evidente che l'appartenente alle forze dell'ordine ha usato l'arma di ordinanza nell'esercizio delle sue funzioni. Piantedosi: "Sulla norma deciderà il Parlamento"
Una norma pensata per le forze dell'ordine che eviti loro l'iscrizione nel registro degli indagati come atto dovuto per presunti reati compiuti nell'esercizio delle loro funzioni. È quello a cui sta lavorando il ministero della Giustizia. Non si tratterebbe, spiegano fonti di governo, di una "scriminante" o di una causa di non punibilità, nè si interverrebbe sul diritto sostanziale, ma sul codice di procedura penale, "immaginando forme di non immediata iscrizione nel registro degli indagati quando è evidente che l'appartenente alle forze dell'ordine ha usato l'arma di ordinanza nell'esercizio delle sue funzioni". La misura, che è complessa da mettere a punto, non andrà nel ddl Sicurezza. Anche se c'è chi invece crede che possa essere inserito un emendamento al disegno di legge che dia maggiori tutele alle forze dell'ordine. Su questo punto, il ministro dell'Interno, Matteo Piantedosi, ha osservato che sarà il Parlamento, che "è libero e sovrano" a decidere.
"Non si è mai parlato di scudo penale", ha sottolineato il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, ma di "maggiori tutele che riguardano tutti i cittadini. Ci sono problemi tecnici del processo penale che si sono rivelati pieni di criticità e stiamo studiando la possibilità di intervenire a vari livelli. Di scudo penale inteso come impunità per forze di polizia, o medici...non si è mai parlato". A chi gli chiede se ci sarà un decreto ad hoc, il ministro ha risposto: "La forma la troveremo, ma non nel ddl Sicurezza e non ora. Toccare il codice di procedura penale significa essere molto prudenti".
A volere la norma sarebbe in primis il presidente del Consiglio Giorgia Meloni che, non a caso, nei giorni scorsi era intervenuto sulla vicenda del maresciallo Luciano Masini, che nel Riminese ha sparato e ucciso un uomo che aveva accoltellato 4 persone. "Masini ha fatto il suo lavoro. Ci dobbiamo porre il problema delle forze dell'ordine che temono di far bene il proprio lavoro perché rischiano di trovarsi in un calvario giudiziario. Faremo un approfondimento delle norme", le parole del premier nel corso della conferenza stampa del nuovo anno.
A tenere banco anche il caso di Ramy Elgaml, il giovane morto dopo l'inseguimento dei carabinieri a Milano: anche in questo caso il militare alla guida dell'auto è stato indagato, insieme a due colleghi. Manifestazioni in ricordo del giovane - a Torino, Roma e Bologna - sono poi sfociate in violenti attacchi alle forze dell'ordine. "Stiamo riflettendo sull'ipotesi di introdurre la possibilità di svolgere accertamenti preliminari, come esami balistici o perizie di vario tipo, senza necessariamente iscrivere nel registro degli indagati chi ha compiuto un uso legittimo delle armi, come previsto dall'art. 53 del Codice Penale. Per evitare che poi l'iscrizione si traduca in un calvario giudiziario", conferma Galeazzo Bignami, capogruppo Fratelli d'Italia alla Camera.
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L'ipotesi della nuova norma sta però creando non poche polemiche. Per Avs si tratta di un'idea "inquietante" e "un ulteriore salto verso quell'abisso antidemocratico". Il M5s la inquadra come una "corsia privilegiata" o una "attenuazione del controllo giudiziario sulle responsabilità individuali". Per +Europa più che lo scudo serve "fiducia nella legalità e fiducia nelle forze dell'ordine". Per la segretaria Pd Elly Schlein, "l'idea di scudo penale è davvero inaccettabile".
La norma incontra invece il favore della Lega per la quale "tutto quello che è a tutela delle forze dell'ordine merita appoggio e ha, ovviamente, la nostra approvazione", come spiega il capogruppo della Lega alla Camera, Riccardo Molinari. Le sue parole arrivano proprio a margine della presentazione della pdl per un patrocinio gratuito per le vittime del lavoro e per i componenti delle forze dell'ordine indagati per atti compiuti in servizio. La proposta di scudo penale, spiega, "non va in contraddizione con quanto stiamo chiedendo oggi noi".