Per le superiori resta la didattica a distanza. Apertura alle lezioni con durata inferiore a un'ora, anche in parchi, giardini e oratori
© Ansa
"A settembre si torna in classe, si torna a sentire la campanella, si torna tra i banchi, come è giusto che sia, come vogliono il ministro e le famiglie". Lo ha confermato il ministro dell'Istruzione, Lucia Azzolina. "Il Comitato tecnico scientifico - ha aggiunto - risponderà ad una serie di domande che abbiamo posto; da quelle risposte lavoreremo per il rientro a settembre, lo stiamo già facendo. Bisogna ascoltare tutti".
Fino alle medie si andrà in presenza Le indicazioni per la riapertura delle scuole, redatte dalla task force presieduta da Patrizio Bianchi, sono già nelle mani del ministro. Nel Rapporto si fa leva sull'autonomia spinta delle scuole - nei diversi territori saranno possibili soluzioni diverse - con accordi con gli enti locali, con i mezzi di trasporto e l'utilizzo del terzo settore per poter garantire più tempo scuola fisico soprattutto ai bambini della scuola di primo ciclo. Che insieme agli alunni di elementari e medie andranno in presenza. Si tratta di un ulteriore passo in avanti verso la riapertura, dopo che nella notte tra domenica e lunedì era arrivato l'accordo sul concorso per i prof. Docenti necessari per il ritorno in aula: come ha chiarito Amanda Ferrario, dirigente scolastico che fa parte della task force, si tornerà infatti in classe dall'infanzia alle medie: "I bambini della scuola dell'infanzia, elementare e media devono poter essere in un contesto di socialità".
Via libera alle lezioni da meno di un'ora Diversa la situazione alle superiori: qui i ragazzi sono più grandi e quindi la possibilità di intervallare un tempo in presenza e un tempo di didattica a distanza è possibile. Quindi per loro la Dad ci sarà ancora, quanto meno nella prima parte dell'anno nella quale le misure di distanziamento in ambienti, che sono antichi o piccoli, non si prestano a poter ospitare tutti gli studenti. Tra le linee fornite dal Comitato, la ridefinizione dell'unità oraria che non deve essere necessariamente di 60 minuti, in modo tale da poter garantire il tempo scuola a tutti; fare entrare i ragazzi in maniera scaglionata durante l'arco della giornata e non tutti alle otto; utilizzare per le lezioni non soltanto le aule ma anche parchi e giardini, gli oratori messi in sicurezza con le necessarie precauzioni, le strutture dei comuni. Le scuole, inoltre, possono fare accordi per progetti con gli enti locali per integrare la didattica: più musica, più sport, più cinema e teatro e più arte.