Il ministro dell'Istruzione rilancia la sua proposta, sottolineando il valore pedagogico dell'umiliazione. Parole, insieme a quelle sul Rdc e sui cellulari, che hanno scatenato le critiche dell'opposizione
Giuseppe Valditara, ministro dell'Istruzione e del merito © Ansa
La scuola, secondo il ministro dell'Istruzione Giuseppe Valditara, deve avere un valore pedagogico. Ecco perché durante l'incontro Italia-Direzione Nord, che si è tenuto a Milano il 21 novembre, ha lanciato la sua proposta sui lavori socialmente utili per i ragazzi violenti, usando parole che, però, hanno scatenato le polemiche. "Soltanto lavorando per la collettività, umiliandosi anche, si prende la responsabilità dei propri atti - ha affermato -. Evviva l'umiliazione che è un fattore fondamentale nella crescita e nella costruzione della personalità, di fronte ai propri compagni. Da lì nasce il riscatto". Dinanzi al termine "umiliazione" l'opposizione ha sferrato le più pesanti critiche, accusando il ministro leghista di avere un atteggiamento "repressivo e ideologico". Il ministro si è poi scusato per quello che ha definito "un termine sicuramente inadeguato", ma ha "confermato il messaggio: imparare l'umiltà di chiedere scusa".
"Via i cellulari dalle classi nelle ore di lezione" - Un altro tema caro a Valditara è quello sui cellulari in classe. La scuola, secondo il ministro, deve "garantire a studenti e docenti un tempo di studio in classe senza distrazioni". Per questo motivo il titolare del dicastero dell'Istruzione vorrebbe far diventare una regola nazionale il divieto di usare gli smartphone in classe durante le lezioni. Una proposta che non ritiene utile l'opposizione ma che il vicepremier Matteo Salvini ha difeso: "E' di buon senso", ha commentato il segretario della Lega, a margine del Forum della Coldiretti.
Togliere il Reddito di cittadinanza a chi non completa il percorso scolastico - Tra le altre proposte giudicate sbagliate c'è anche quella sulla sospensione del Reddito di cittadinanza per quei ragazzi, che non rientrando nella scuola dell'obbligo, non finiscono il percorso di studi né cercano un lavoro. "Prevedere l'obbligo di completare il percorso scolastico per chi lo abbia illegalmente interrotto o un percorso di formazione professionale nel caso di persone con titolo di studio superiore ma non occupate né impegnate in aggiornamenti formativi, pena in entrambi i casi la perdita del reddito, o dell'eventuale misura assistenziale che dal 2024 lo sostituirà", ha dichiara Valditara dopo aver commissionato una ricerca dalla quale emerge che "in Italia ci sono 364.101 percettori di reddito di cittadinanza", di questi "ben 11.290 possiedono soltanto la licenza elementare o addirittura nessun titolo, e altri 128.710 soltanto il titolo di licenza media". La ricerca riguarda i giovani nella fascia compresa tra i 18 e i 29 anni percettori di reddito. "Questi ragazzi preferiscono percepire il reddito anziché studiare e formarsi per costruire un proprio dignitoso progetto di vita. Il reddito collegato all'illegalità tollerata del mancato assolvimento dell'obbligo scolastico". "È inaccettabile moralmente: significherebbe legittimare e addirittura premiare una violazione di legge", ha commentato il ministro, definendo l'esito della ricerca "sorprendente e inquietante" e annunciando di avere elaborato "una proposta che mostra come la parola Merito nella visione mia e del governo non sia un orpello retorico, ma costituisca un preciso indirizzo politico".
M5s: "L'atteggiamento di Valditara è ideologico e repressivo" - Sulle proposte di Valditara per la scuola è intervenuta a gamba tesa la capogruppo del Movimento 5 Stelle in Senato, Barbara Floridia. "Il ministro dell'Istruzione (e del merito) del governo Meloni ogni giorno si imbarca in una crociata nuova. Ieri ha definito 'immorale' dare il reddito di cittadinanza a chi non ha terminato l'obbligo scolastico o comunque ai giovani che non lavorino, ignorando che la decadenza del sussidio nel caso in cui un minorenne non frequenti corsi di formazione e istruzione è già prevista. E soprattutto dimostrando un atteggiamento ideologico e repressivo, stile decreto 'rave', che colpevolizza i giovani anziché provare ad aiutarli. Oggi invece si scaglia contro i cellulari in classe. Solo chi non conosce la scuola non sa che i divieti servono a poco, e che è dovere della scuola educare a usare con consapevolezza i cellulari, e che i ragazzi hanno dei diritti e dei doveri digitali. Molti lavori del futuro, ma anche del presente, sono proprio in quei telefonini, e loro hanno un potenziale nelle mani. Devono saperlo sfruttare, e la scuola deve poterli accompagnare in questo percorso", ha attaccato la Floridia.
Zanella (Alleanza Verdi-Sinistra): "Lavori utili e umiliazione? Si merita la rivolta degli studenti" - "Incredibili e inaccettabili le parole del ministro Valditara che, evidentemente, non ha compreso il senso dei lavori socialmente utili. Essi non hanno nulla a che fare con l'umiliazione, la sottomissione, sono ben altro, valorizzano il bene comune e la collettività. Si merita la rivolta degli studenti e noi saremo con loro". E' stato il commento duro di Luana Zanella, capogruppo di Alleanza Verdi-Sinistra alla Camera.