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Il riferimento è alla decisioni dei giudici che condannarono nel 2013 il leader di Forza Italia. In un audio, un magistrato della Cassazione che firmò quella sentenza sollevò forti dubbi
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"La democrazia nel nostro Paese è stata ferita: chiediamo una Commissione d'inchiesta su quanto è accaduto a Berlusconi e sul cattivo funzionamento della giustizia". Lo ha detto il vicepresidente di Forza Italia, Antonio Tajani, in una conferenza al Senato alla luce delle rivelazioni sulla condanna a Silvio Berlusconi che sarebbe stata pilotata. "E' il momento di riformare la giustizia con la separazione delle carriere dei giudici", ha aggiunto.
Per Tajani "quella sentenza non è stata sbagliata soltanto per imperizia ma perché c'era una precisa volontà politica di colpire Silvio Berlusconi, leader della più grande forza politica del paese. Visto che non lo si poteva sconfiggere con le elezioni, allora si è cercato di sconfiggerlo per via giudiziaria".
"Qualcuno dall'alto ha pilotato la sentenza e vorremmo sapere chi", anche perché "colpendo quell'uomo non si è soltanto colpita la persona e la sua famiglia, ma tutti coloro che avevano deciso liberamente di votarlo". "Questa vicenda - ha detto Tajani - conferma che avevamo ragione quando chiedevamo una riforma della giustizia e la separazione delle carriere", "il principio della legge uguale per tutti per Berlusconi non è valsa, la legge per lui era diversa rispetto agli altri". "Quello che facciamo, lo facciamo perché nessun altro debba passare quello che ha passato Berlusconi".
"Come il caso Dreyfus" "Il caso Berlusconi è un nostro caso Dreyfus: non vorremmo che a nessun cittadino italiano capiti quello che è capitato a lui", ha ricordato Tajani facendo riferimento allo scandalo Alfred Dreyfus, il capitano francese, ebreo, che nel 1894 fu accusato e condannato ingiustamente per alto tradimento nonostante fosse innocente. In seguito si scoprì che le accuse erano state costruite a tavolino. A suo favore, si mossero diversi intellettuali dell'epoca, tra cui Emile Zola, con la sua celebre "J'accuse", una lettera-invettiva per scuotere l'opinione pubblica profondamente divisa sul caso. Successivamente Dreyfus fu reintegrato nell'esercito.
Bernini: "E' stato stupro democratico, ora senatore a vita" "E' stata ristabilita la verità storica ma il danno è stato fatto: il governo Berlusconi è caduto per i giudici, c'è stata un ingiuria democratica, è uscito dal Senato dopo aver subito un voto palese, unico voto palese sulle persone nella storia. C'è stata una stortura che non ha eguali nella storia europea: non ho mai visto, se non in dittature sudamericane, obbrobri giuridici come questi". Lo ha dichiarato Annamaria Bernini capogruppo di Forza Italia al Senato.
"Ai tanti giudici non correntisti, dico quello che è stato detto spesso a Berlusconi: non potevano non sapere che si stava compiendo uno stupro democratico - ha aggiunto. - Ora dovrebbe essere nominato subito senatore a vita. A quelli che dicevano 'game over', anche loro devono essere tutelati dalla riforma della giustizia. Abbiamo i testi pronti per dare pari dignità all'accusa e alla difesa, con la separazione delle carriere".
Renzi: "Fare chiarezza su contenuto audio""Sulla vicenda è intervenuto anche Matteo Renzi. "Non so quanto ci sia di vero in ciò che è uscito a 'Quarta Repubblica': un magistrato della Cassazione che ha firmato quella sentenza espone dubbi molto forti sulla fondatezza giuridica di quella decisione. Non so dove sia la verità ma so che un Paese serio su una vicenda del genere - legata a un ex Presidente del Consiglio - non può far finta di nulla. Non ho mai appoggiato i Governi Berlusconi e Berlusconi non ha mai votato la fiducia al Governo Renzi (a differenza di altri governi anche di centrosinistra): quindi, per me Berlusconi è un avversario politico. Ma, proprio per questo, - ha sottolineato il leader di Iv - è doveroso fare chiarezza su cio' che esce dagli audio di quella trasmissione e nessuno può permettersi il lusso di far finta di niente".
Avvocato Coppi: "Sempre sorpreso da quella sentenza" "Sono sempre stato sorpreso da quella sentenza. Una decisione che andava contro la giurisprudenza". Lo ha affermato l'avvocato Franco Coppi, uno dei difensori di Berlusconi, commentando gli audio del relatore della sezione feriale della di Corte di Cassazione, Amedeo Franco (morto nel maggio dello scorso anno) che condannò Berlusconi per frode fiscale nell'ambito del processo Mediaset. Franco negli audio definì il processo un "plotone d'esecuzione" sostenendo che quella vicenda "fosse stata guidata dall'alto".
Cassazione: "Giudici concordi sul verdetto"La motivazione della sentenza è stata sottoscritta da tutti e cinque i magistrati componenti del collegio, quali coestensori della decisione": è quanto sottolinea una nota della Cassazione in relazione alle polemiche sul verdetto costato il seggio da senatore a Berlusconi. "Non risulta altresì che il consigliere Amedeo Franco abbia formalizzato alcuna nota di dissenso", conclude il comunicato.