"In queste ultime tre settimane si è alimentato un dibattito fatto di illusioni e illazioni", ha affermato il Guardasigilli
"Quando si giura sulla Costituzione si decide di essere uomo delle istituzioni. In queste ultime tre settimane si è alimentato un dibattito fatto di illusioni e illazioni ma, essendo uomo delle istituzioni, ho risposto portando avanti la forza e l'evidenza dei fatti". Lo ha detto in Senato il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede nel giorno in cui si votano le due mozioni di sfiducia. E ha aggiunto: "Ci sono condizionamenti? Ancora una volta no".
Bonafede: Dibattito fatto di illusioni e illazioni - "Quando si giura sulla Costituzione si decide di essere in tutto e per tutto uomo delle istituzioni. In queste ultimi 3 settimane si è alimentato fuori da qui un dibattito fatto di illusioni e illazioni ma essendo uomo delle istituzioni ho risposto molteplici volte portando avanti la forza e l'evidenza dei fatti". Cosi' il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede parlando in aula al Senato.
Bonafede: "Su scelta capo Dap nessun condizionamento" - Sulla scelta del capo del Dap che portò il ministro della Giustizia a scegliere Francesco Basentini invece di Nino Di Matteo non ci fu "nessun condizionamento. Non sono più disposto a tollerare alcuna allusione o ridicola illazione". Ha detto il Guardasigilli.
Bonafede: "Contagio in carceri non l'ha inventato governo" - "Il problema del contagio nelle carceri e' sempre stato chiaro a tutti tranne che alle opposizioni. Il rischio di contagio nelle carceri che in tutto il mondo è un fatto in Italia lo avrebbe inventato il governo con il Cura Italia".
Bonafede: "Falso apertura porte a detenuti pericolosi" - "E' totalmente falsa l'immagine di un governo che avrebbe spalancato le porte delle carceri addirittura per i detenuti più pericolosi".
Bonafede: "Lotta al malaffare in tutte le mie leggi" - "In tutte le mie leggi c'è la ferma determinazione, che rivendico, a combattere il malaffare. La lotta al malaffare senza compromessi ha sempre animato e animera' la mia attività politica".
Bonafede: "Faremo commissione su impatto prescrizione" - "Tante volte all'interno della maggioranza ci siamo interrogati e anche divisi in ordine, per esempio, all'impatto conseguente alla riforma della prescrizione. Su questo punto, cosi' come su tutto l'andamento dei tempi del processo sara' importante una Commissione ministeriale di approfondimento e monitoraggio dei tempi che permetta di valutare l'efficacia della riforma del nuovo processo penale e civile". Lo ha detto al Senato il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede.
Renzi: "Votiamo no a mozioni sfiducia" - "Voteremo contro le mozioni di sfiducia, ma riconosciamo al centrodestra e Emma Bonino di aver posto dei temi veri. La sua mozione non era strumentale". Lo ha detto nell'Aula del Senato Matteo Renzi (Iv) in dichiarazione di voto sulla sfiducia al ministro Bonafede. "Non ci interessa un sottosegretario ma sbloccare i cantieri. Quando portiamo delle idee non stiamo cercando visibilità", ha detto Renzi rivolto al presidente del Consiglio Giuseppe Conte.
Bonino: "Bonafede è ministro del sospetto, non giova a Italia" - "Oggi qui si discute di quale politica per la Giustizia serva all'Italia. Se la continuità del governo dovesse significare la continuità della politica della giustizia praticata da Bonafede inviterei tutti a considerare che l'Italia non ne avrebbe nessun giovamento". Lo dice nell'Aula del Senato Emma Bonino di +Europa illustrando la propria mozione di sfiducia individuale nei confronti del Guardasigilli, definendolo "ministro del sospetto". "Pensiamo che la Giustizia sia una istituzione di garanzia di tutti i cittadini e non strumento di lotta politica o di moralizzazione civile", sostiene, sottolineando di aver intitolato la sua mozione a Enzo Tortora "come scelta di una idea di giustizia rispetto ad un'altra. Per noi la giustizia non coincide con le manette come per Bonafede", conclude. "Bonafede paga una tangente ideologica al giustizialismo penale. E dove è finita la promessa riforma della Giustizia penale o quella del Csm? Io voglio una giustizia che non faccia paura ai cittadini ma restituisca loro la fiducia nel giusto processo e nella correttezza della amministrazione".
Centrodestra presenta mozione di sfiducia unitaria - Una mozione di sfiducia contro Bonafede era stata presentata da tutto il centrodestra, primi firmatari i capigruppo di Lega, FdI e Fi, Massimiliano Romeo, Luca Cirianni e Anna Maria Bernini. La mozione si concentra sulla vicenda della nomina al vertice del Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria (Dap), con le polemiche scaturite dopo le dichiarazioni del pm Nino Di Matteo, e sulle rivolte scoppiate nelle carceri i primi di marzo con la diffusione del Covid 19. Bonafede viene accusato di aver gestito male la situazione che ha portato alla norma sulla scarcerazione dei detenuti con una pena detentiva non superiore a 18 mesi e poi alla scarcerazione di boss mafiosi che soffrivano di patologie che li esponevano a maggiori rischi in caso di contagio. A cui poi è seguito un decreto per farli tornare in cella. La mozione critica anche il ministro perché non negli istituti carcerari non sono stati predisposte "adeguate misure di prevenzione sanitaria e anticontagio a tutela di detenuti, operatori e visitatori".
Un'altra mozione firmata dalla Bonino - La mozione di sfiducia di Emma Bonino, invece, pone l'accento sull'abolizione della prescrizione voluta da Bonafede "in violazione del principio di ragionevole durata del processo", sul fatto che non sia stata ancora presentata la riforma del processo penale, sulla difficile condizione delle carceri durante la diffusione del coronavirus, sulle polemiche per le influenze che il suo ministero avrebbe esercitato nelle nomine al Csm. La mozione si sofferma poi sulle polemiche seguite alla scrcerazione di imputati e condannati per reati di criminalità organizzata e mafiosa. "La reazione dell'esecutivo - si legge - è stata confusa e contraddittoria, fino a giungere all'adozione di un decreto
legge che ha imposta la revisione, con effetto retroattivo, delle decisioni precedentemente adottate dei giudici di sorveglianza, con un vulnus esplicito e dichiarato al principio della divisione dei poteri".