dopo le dimissioni

Vittorio Sgarbi, Antitrust: "Attività incompatibili con suo ruolo nel governo"

"Il sottosegretario di Stato alla Cultura ha violato la della Legge Frattini sul conflitto di interesse", così si legge nel testo del provvedimento dell'Autorità dopo le dimissioni del parlamentare

03 Feb 2024 - 14:46

"Il sottosegretario di Stato alla Cultura, Vittorio Sgarbi, ha esercitato attività professionali in veste di critico d'arte, in materie connesse con la carica di governo, come specificate in motivazione, a favore di soggetti pubblici e privati", in violazione della Legge Frattini sul conflitto di interesse. E' quanto si legge nel testo del provvedimento dell'Antitrust - anticipato dal Corriere.it -, a seguito del quale Sgarbi ha presentato le dimissioni da sottosegretario.

La precisazione dell'Antitrust - L'Autorità garante della concorrenza e del mercato precisa che l'elemento della occasionalità delle attività svolte da Sgarbi, evidenziato nelle memorie difensive, è "del tutto incompatibile con la realizzazione e il mantenimento di una stabile organizzazione di persone e mezzi il cui fine unico è quello di organizzare, gestire e realizzare gli interventi del Prof. Sgarbi dietro corrispettivo". L'Antrust cita in particolare il ruolo nell'organizzazione delle partecipazioni di Sgarbi agli eventi ritenute incompatibili con la carica di governo, delle due società Ars e Hestia, "anche sotto il profilo della gestione dei rapporti patrimoniali" con Sgarbi, ricordando che socio e amministratore unico di Ars è Antonino Ippolito, collaboratore storico di Sgarbi e suo attuale capo segreteria al Ministero, mentre socia e amministratrice unica di Hestia è Sabrina Colle, compagna di Sgarbi. "Il principio di dedizione esclusiva alla cura degli interessi pubblici - si legge ancora nel testo - non può, di fatto, essere svuotato di contenuto mediante una indefinita sommatoria di attività che, anche là dove ritenute singolarmente consentite, nel loro insieme difettino dei requisiti dell'occasionalità e della temporaneità, comportando una rilevante sottrazione di tempo e di risorse intellettuali al perseguimento degli interessi sottesi alla carica di governo". "Con riguardo alle attività di offerta al pubblico di prodotti editoriali svolte attraverso il sito vittoriosgarbi.it" - infine - l'Antitrust ha disposto "la chiusura del procedimento istruttorio per la sopravvenuta cessazione della situazione di incompatibilità". "Si deve rilevare - scrive ancora l'Autorità - che, come dichiarato dalla Parte e verificato dall'Autorità in corso di istruttoria, l'attività di vendita in questione non è più in essere e la relativa sezione del sito risulta essere non piu' online. Pertanto, si deve ritenere che la condotta in esame sia cessata".

Le reazioni - "Le dimissioni di Vittorio Sgarbi arebbero dovute arrivare prima così come la premier Meloni "avrebbe dovuto prendere in mano questa situazione ben prima invece quando si parla dell'amichettismo di destra o del familismo si volta dall'altra parte". Lo ha detto il presidente del Movimento 5 stelle, Giuseppe Conte: "Questa situazione ha danneggiato l'immagine dell'Italia". Rincara la dose il co-portavoce di Europa Verde e deputato di Verdi e Sinistra Angelo Bonelli: "Le dimissioni del sottosegretario Sgarbi sono un atto dovuto e necessario dopo la decisione dell'Antitrust. Ma sarebbe un gesto di igiene politica e istituzionale se a queste seguissero anche le dimissioni della ministra Santanché e del viceministro Delmastro coinvolti in imbarazzanti inchieste giudiziarie". Ma c'è anche chi invita alla riflessione, come il senatore di Forza Italia Mario Occhiuto: "La recente decisione di Vittorio Sgarbi di dimettersi da sottosegretario alla Cultura del governo Meloni non deve oscurare il contributo che Sgarbi ha offerto e continua a offrire al panorama culturale italiano.A mio avviso il governo dovrebbe considerare la possibilità di non accettare le sue dimissioni o valutare l'assegnazione di un altro incarico a Sgarbi".  Cauto Antonio Tajaini, che preferisce non dire nulla: "Sgarbi si è dimesso, è una sua scelta e non c'è nulla da commentare", taglia corto il ministro degli Esteri e vicepremier a margine di un convegno di Forza Italia a Rho. 

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