Secondo l'Antitrust il sottosegretario di Stato alla Cultura ha violato la legge Frattini sul conflitto di interesse
Vittorio Sgarbi © ansa
Vittorio Sgarbi torna sulle sue dimissioni. "Non sono ancora un ex sottosegretario. Le dimissioni le ho solo annunciate ma le devo ancora negoziare con il governo. In questo momento sono ancora sottosegretario alla Cultura, sia pure con annuncio di dimissioni. La mia agonia sarà lunga", ha detto Sgarbi a margine di un evento alla Bit di Milano, la Borsa Internazionale del Turismo. Sgarbi ha poi reso pubblica la lettera scritta al premier Meloni in cui la invita a "verificare" le altre "incompatibilità presenti nell'esecutivo. "Non sono d`accordo con la delibera del Agcm, farò ricorso al Tar, è altresì giusto che io chieda all'Antitrust che estenda l'indagine a tutte le istituzioni, con gli stessi criteri", ha scritto ancora.
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"Se il governo, per mano di un suo ministro ha promosso una indagine sul conflitto di interessi all'interno del governo, è giusto che io chieda all'Antitrust che si estenda l'indagine a tutte le istituzioni, con gli stessi criteri. Non per ritorsione, ma per rispetto delle istituzioni alle cui decisioni io mi sono rimesso. E che tu ti faccia garante della integrità del governo quanto a possibili incompatibilità, se a me non è consentito parlare e promuovere in ogni modo l'arte e le mie idee". Lo scrive il sottosegretario dimissionario Vittorio Sgarbi in una lettera alla premier Giorgia Meloni, riportata dal Corriere della Sera.
"Non sono d'accordo con la delibera del Agcm, farò ricorso al Tar - scrive Sgarbi nella lettera -. Ma la delibera è chiara: non posso fare la vita che ho fatto per cinquant'anni, non posso essere me stesso ed essere sottosegretario. L'Antitrust non ha detto 'Non va bene questo o quell'attività della vita di Sgarbi', ma la sua 'intera attività di scrittore, narratore curatore e storico d'arte' (e con ciò anche promuovere e vendere i propri libri, come anche tu hai fatto): cioè è la mia vita. Si tratta, come si capisce subito leggendone la forzata motivazione, di una decisione tanto 'politicamente corretta', quanto giuridicamente scorretta. Nessun vero giurista comprende infatti per quale ragione tenere una conferenza su Caravaggio, partecipare o presiedere una tavola rotonda su Tintoretto, presentare un libro su Michelangelo, possa costituire una violazione dei limiti di legge, generando una incompatibilità con la funzione ministeriale, al punto da distorcerne il senso". "E ciò anche perché, secondo le norme vigenti, occorre che l'attività 'connessa' a quella ministeriale sia svolta in modo 'professionale', e fa sorridere che uno possa, 'per professione', autografare e presentare libri o inaugurare mostre, e che ciò possa distorcere la funzione pubblica - si legge ancora nella lettera -. In ogni caso, sento il bisogno di ringraziarti per il comportamento da te tenuto nei miei confronti, sempre rispettoso, lineare e mai cedevole verso i molti e agguerriti oppositori che hanno imbastito una vera persecuzione giornalistica e televisiva (con la tv di Stato!) sperando, con me, di mettere in soggezione te e il governo da te presieduto".
"La lettera di dimissioni sto finendo di scriverla ed entro oggi la invio a Giorgia Meloni, ringraziandola per essere stata estremamente sensibile e rispettosa". Aveva annunciato la sera prima Vittorio Sgarbi parlando a Zona Bianca su Rete 4 e chiarendo che farà ricorso al Tar rispetto alla delibera dell'Antitrust. Nel frattempo valuterà se nel tempo necessario per il ricorso potrà continuare a fare il sottosegretario. Anche se la decisione finale spetta solo alla premier perché quella dell'Authority - rimarca - è solo una delibera e non una sentenza.