la replica del sottosegretario

Sgarbi: "Furto di beni culturali? Non ho ricevuto avvisi e non ho rubato nulla"

Secondo Il Fatto quotidiano ci sarebbe un'indagine a carico del sottosegretario alla Cultura per un dipinto attribuito a Rutilio Manetti, trafugato dal Castello di Buriasco nel 2013 e riapparso a Lucca nel 2021 come “inedito” di proprietà del critiico d'arte

09 Gen 2024 - 15:06
Vittorio Sgarbi © Ansa

Vittorio Sgarbi © Ansa

Vittorio Sgarbi non ci sta a passare per ladro: "Io non ho ricevuto nessun avviso d'indagine. Né saprei come essere indagato di un furto che non ho commesso. E per un reato compiuto 11 anni fa, in circostanze non chiarite dagli inquirenti di allora. Da questa notizia risulta una palese violazione del segreto istruttorio, l'unico reato di cui ci sia evidenza". Così il sottosegretario alla Cultura commenta l'indiscrezione de "Il Fatto quotidiano" che annuncia di un'indagine a suo carico. "L'ennesima diffamazione -  afferma Sgarbi -ancora una volta Il Fatto mente"

Le indagini in corso -  Dunque il sottosegretario alla Cultura sarebbe indagato per furto di beni culturali. Secondo quanto riferisce Il Fatto, ci sarebbe un fascicolo con iscrizione e una prima ipotesi di reato sul caso del dipinto attribuito a Rutilio Manetti, trafugato dal Castello di Buriasco nel 2013 e riapparso a Lucca nel 2021 come “inedito” di proprietà di Vittorio Sgarbi. Del caso si sono occupati lo stesso quotidiano e la trasmissione Rai Report. Il fascicolo sarebbe stato aperto dalla Procura di Imperia, come derivazione di un'altra inchiesta per esportazione illecita di opere d'arte, relativo al Valentin de Boulogne. Sempre secondo il Fatto il fascicolo sarebbe stato poi trasmesso alla Procura di Macerata per competenza, perché Sgarbi dichiara il domicilio a San Severino Marche, di cui fu sindaco nel 1992, luogo da lui stesso designato per gli interrogatori. Non è escluso che possa essere trasferito poi ad un'altra Procura e che cambi anche l'ipotesi di reato. Intanto i carabinieri hanno sentito il restauratore e i titolari dell'impresa di Correggio (Reggio Emilia) che avrebbe eseguito una copia dell'opera. 

La replica di Sgarbi - "Ancora una volta 'Il Fatto' mente - sottolinea Sgarbi - utilizzando informazioni riservate e del tutto ignote a me e al mio avvocato. Io non ho ricevuto nessun avviso d'indagine. Da questa notizia risulta una palese violazione del segreto istruttorio, l'unico reato di cui ci sia evidenza. Da quello che si legge, l'opera è stata malamente tagliata. E quella in mio possesso è in buone condizioni e con una stesura pittorica ben conservata e uniforme. Qualunque valutazione va fatta sull'opera di cui quella rubata è manifestamente una copia, come tutte quelle conservate in quel castello di cui nessuno si è preoccupato. Né credo sia un reato fare eseguire la fotografia di un'opera di cui tutti gli esperti hanno visto l'originale esposto a Lucca. Che la Procura d'Imperia abbia trasmesso gli atti a Macerata come sede competente è una notizia che potrebbe avere un senso, se, come la legge prevede, io ne fossi a conoscenza. Ma così non è. Dovrebbe infatti essere un magistrato, non un giornalista, a stabilire su cosa indagare e sulle complicità di restauratori e fotografi, accusatori improvvisati, ma che potrebbero rivelarsi complici di più gravi reati e omissioni". 

Il legale di Sgarbi: "Nessuna comunicazione" - Dalla procura della Repubblica di Macerata non è arrivata alcuna comunicazione di ipotesi di reato, né al sottosegretario Vittorio Sgarbi e tantomeno al sottoscritto": a dirlo all'Ansa è l'avvocato maceratese Giampaolo Cicconi che assiste Sgarbi in altri procedimenti. "Quello che sappiamo è quanto letto sulla stampa e già questo è singolare", sottolinea il legale che evidenzia l'eventuale "violazione del segreto istruttorio" nel caso in cui l'iscrizione sul registro degli indagati fosse confermata per il sottosegretario, che sarebbe finito nel mirino dei magistrati - da quanto riportato stamani da Il Fatto quotidiano - per 'furto di beni culturali'. "Ad oggi - conclude l'avvocato - non siamo in grado di commentare alcunché".

M5s: "Gravità dei fatti, Meloni intervenga" - Il Movimento 5 stelle chiederà alla capigruppo della Camera la calendarizzazione immediata della mozione di revoca per il sottosegretario Sgarbi, già depositata a ottobre e ora integrata. Anche al Senato il M5s farà altrettanto depositando una mozione analoga. "Se confermate le notizie che stanno uscendo, la vicenda assumerebbe la 'gravità' della posizione del sottosegretario che 'lede l'onore delle istituzioni' e non può mantenere il suo incarico", spiegano le stesse fonti". La notizia dell'apertura di un'inchiesta sul caso del quadro rubato che coinvolge Vittorio Sgarbi non fa altro che confermare i contorni allarmanti di tutta questa vicenda. Vedremo quali saranno gli esiti dell'indagine, ma continuiamo a ribadire che i tempi della politica su alcuni casi specifici in cui è messa in discussione l’onorabilità delle istituzioni sono assolutamente diversi e richiedono celerità e concretezza. Chiediamo alla Presidente del Consiglio Giorgia Meloni e al ministro della cultura Gennaro Sangiuliano che tipo di azioni intendano intraprendere sul caso Sgarbi e in generale di esprimersi con parole chiare su una vicenda che rappresenta un unicum a livello mondiale. In caso contrario questo governo confermerebbe ancora una volta che la logica consociativa e di autoconservazione prevale sull'interesse nazionale". Così in una nota il Movimento 5 Stelle. 

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