Dopo il ko all'Ars sulla legge per salvare gli ineleggibili, si apre un altro fronte nel centrodestra: i deputati meloniani abbandonano l'aula prima del voto sulle nomine nella sanità
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Il voto all'Ars che ha bocciato la cosiddetta norma "salva-ineleggibili" e le nomine dei manager della sanità arrivate poco dopo dalla giunta regionale. Dopo una perturbazione che andava avanti da mesi, tanto è bastato per riportare aria di crisi nella maggiornanza siciliana. Gli assessori di FdI hanno infatti disertato la riunione di giunta convocata dal presidente Renato Schifani e si sono trincerati sulle barricate.
In pochi minuti si è consumata la battaglia finale con l’aula che, complice il voto segreto, ha bocciato la norma “salva-ineleggibili”, cara a Fratelli d’Italia e che avrebbe permesso di "sanare" la posizione di quattro deputati (tre meloniani e uno dell'opposizione) nei confronti dei quali sono in corso giudizi nei Tribunali di competenza a fronte di ricorsi presentati dai primi dei non eletti due anni fa. La norma è stata cassata nonostante la presenza in aula del governatore Renato Schifani. In realtà, la partita è più complessa, perché si incastra con le nomine dei manager di aziende e ospedali, varati dal governo Schifani, in assenza degli assessori in quota FdI che, stizziti per la mancata approvazione della norma, sono usciti dall’aula e si sono riuniti nella Torre Pisana di Palazzo dei Normanni.
Da settimane proprio sulla scelta dei nomi anche all'interno di FdI c’è stata una discussione animata tra due fronde interne, confronto-scontro che alla fine ha avuto ripercussioni sui lavori parlamentari e le norme in calendario. Col risultato che la salva-ineleggibili, proposta da FdI, è stata affossata, mentre la riforma delle Province, con la reintroduzione del voto diretto nonostante la legge Delrio sia ancora in vigore, è stata rinviata in commissione Affari istituzionali per "approfondimenti". Allo stesso tempo, ora il gruppo dei meloniani è pronto a contestare la scelta del presidente sulle nomine. Nonostante l'elenco approvato comprendesse nomi che Schifani aveva concordato con i vertici di Fratelli d'Italia e con gli stessi assessori.