In risposta a chi profetizza la fine del movimento

Silvio Berlusconi: "Non siamo la destra, siamo i moderati"

Il leader di FI scriva a Il Giornale in risposta a chi "profetizza la fine del movimento e del suo leader". "Queste discussioni - sottolinea - appartengono a quel 'teatrino della politica' che non ho mai amato"

25 Apr 2016 - 12:46

La prossima sfida delle amministrative in Italia con un occhio di riguardo alla capitale Roma con la candidatura di Guido Bertolaso e soprattutto il futuro di Forza Italia nel raggiungimento della rivoluzione liberale, obiettivo del suo programma, e la volontà di riportare i moderati al voto. Su questi punti si focalizza la lettera che il presidente di FI, Silvio Berlusconi, ha inviato a Il Giornale, in risposta a chi "profetizza la fine del movimento e del suo leader". "Queste discussioni - sottolinea - appartengono a quel 'teatrino della politica' che non ho mai amato e del quale gli italiani dimostrano di essere nauseati (...) ma penso che gli italiani abbiano il diritto di sapere come stanno le cose".

Il futuro di Forza Italia "Noi non siamo 'la destra' - precisa il leader di FI contro chi parla di 'tramonto'. - Per quel che valgono queste categorie, Forza Italia è un partito moderato, alternativo alla sinistra e alleato con la destra, come lo sono le forze politiche del Ppe più o meno in tutt'Europa. Un movimento liberale, cattolico, riformatore, che è diverso dalle rispettabilissime culture della destra. Con la destra siamo alleati da 20 anni, abbiamo governato insieme e sono certo che governeremo insieme anche in futuro. Ma il centrodestra ha vinto, è stato la maggioranza in Italia, quando ha saputo parlare con il nostro linguaggio agli italiani che cercano soluzioni e che chiedono la massima professionalità ai politici".

Ritrovare il voto dei moderati Se il centrodestra "non è forte come in passato", la causa è l'astensionismo, che ha diversi motivi: "Il fatto che al leader del centrodestra è stata interdetta l'agibilità politica usando una sentenza più che ingiusta e non gli strumenti della democrazia, il fatto che siamo governati da molti anni da maggioranze parlamentari e da governi diversi da quelli scelti dagli elettori, ma anche, non me lo nascondo certo, il fatto che, pur avendo ben governato e difeso con efficacia l'Italia di fronte alla peggior crisi economica del dopoguerra, non siamo riusciti a completare quella rivoluzione liberale che era nei nostri progetti dal 1994", scrive Berlusconi. Tuttavia, prosegue l'ex premier, "non abbiamo affatto smesso di credere nella rivoluzione liberale. Oggi, nel 2016, due dati di fatto sono evidenti: che non esiste nessun centrodestra possibile senza di noi (se non un'opposizione di pura testimonianza e senza prospettive), e che per vincere dobbiamo ritrovare quei voti moderati che abbiamo smarrito".

La corsa al Campidoglio di Bertolaso "Abbiamo voluto la candidatura di Guido Bertolaso a sindaco di Roma - continua la lettera aperta agli elettori - per una ragione molto semplice: siamo convinti che Guido sia un uomo del fare e possa essere il migliore sindaco per Roma. A noi interessa offrire ai romani, come ai cittadini di ogni città in cui si vota, il miglior sindaco possibile in grado di risolvere i problemi della città, e quelli di Roma sono così gravi da far tremare chiunque".

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