Alessandro Pozzi: "Durante la cerimonia non ha capito la richiesta di pronunciare il giuramento richiesto dalla normativa"
Il sindaco di Pontoglio (Brescia), Alessandro Pozzi, ha negato la cittadinanza a una donna marocchina che, in Italia dal 2003 - così scrive il primo cittadino - ha dimostrato "non solo di non possedere il livello minimo di conoscenza della lingua italiana ma, ancor più preoccupante, durante la cerimonia ha mostrato difficoltà nel capire la richiesta di pronunciare il giuramento richiesto dalla normativa". La dichiarazione in questione è "Giuro di essere fedele alla Repubblica, di osservare la Costituzione e le leggi dello Stato": in questo caso ha funzionato come la goccia che ha fatto traboccare il vaso della cittadinanza (negata).
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In Italia dal 2003, la donna - come precisato da Bresciatoday - ha avanzato richiesta di cittadinanza nel 2009. Il sindaco Pozzi, nel motivare la sua decisione, ha "rincarato" la dose: "La sua incapacità di comprendere e parlare la lingua italiana, nemmeno quella base, rispondendo a un semplice 'Come ti chiami?', dopo oltre 20 anni, solleva non solo legittime preoccupazioni pratiche ma anche interrogativi più ampi sulle barriere che potrebbero esistere nel processo di integrazione, sia a livello familiare che sociale. È preoccupante pensare che una donna possa trascorrere così tanto tempo in Italia senza acquisire una conoscenza minima della lingua del Paese ospitante: ciò solleva dubbi sulla reale inclusione nel corso di questi anni".
La signora, inoltre, non avrebbe mai partecipato a corsi di alfabetizzazione, nemmeno i più recenti proposti dal Cpia di Chiari nel 2022/2023. E questo, per il sindaco di Pontoglio, è risultato (evidentemente) inaccettabile: "A coloro che si sono iscritti ai corsi, desidero esprimere la mia gratitudine - ha detto Alessandro Pozzi -. Siete voi che incarnate il desiderio di integrarvi e di essere parte attiva della nostra comunità. Un grazie a coloro che veramente desiderano abbracciare la nostra cultura e che utilizzano gli strumenti messi a disposizione dalle istituzioni. La negazione della cittadinanza è stato un gesto doveroso, di rispetto verso i cittadini di origine straniera che sono diventati italiani e si sono integrati nella nostra comunità".