Se l'Italia dovesse pagare i risarcimenti a tutti i carcerati costretti in celle non a norma, dovrebbe sborsare 420 milioni di euro
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Processi in arretrato che ingolfano le cancelliere, carceri sovraffollati, errori giudiziari. Sono tanti gli indicatori che mostrano quanto stia male la giustizia italiana. Già il guardiasigilli Anna Maria Cancellieri aveva lanciato l'allarme nella "Relazione sull'amministrazione della Giustizia per l'anno 2013": "Alla data del 30 giugno 2013 si contano 5.257.693 di processi pendenti in campo civile e quasi 3 milioni e mezzo in quello penale". Un totale di quasi 9 milioni di fascicoli in attesa di giudizio.
Secondo i dati del portale www.errorigiudiziari.com, il primo archivio italiano sull'ingiusta detenzione, dal 1989 anno dell'entrata in vigore del nuovo codice di procedura penale, circa 25 mila italiani (e non) sono stati incarcerati ingiustamente. Per rimborsarli lo Stato ha pagato 550 milioni di euro. Se a questi aggiungiamo altri 30 errori giudiziari, arriviamo a quasi 600 milioni.
Bisogna sommare poi le persone alle quali la richiesta di riparazione è stata negata: Eurispes e Unione Camere Penali parlano di una media di 2500 domande all'anno di risarcimento per ingiusta detenzione e sottolineano che appena un terzo (800) sono state accolte. Quindi possiamo stimare che da 25 mila casi si arrivi a circa 50 mila.
Per il Censis durante la storia repubblicana 4 milioni di persone sono state coinvolte in inchieste e sono risultate innocenti. E i giudici raramente hanno pagato. Dall'entrata in vigore della legge Vassalli (1988), che regolamenta la loro responsabilità civile, le cause contro le toghe sono state 406.
Il rapporto dell'associazione Antigone che si occupa dei diritti nelle carceri mette invece, in luce le criticità che riguardano i detenuti, a oggi 64.458. Il tasso di sovraffollamento è sopra il 140%, il più altro dell'area europea. Secondo Antigone, ci sono 170 detenuti ogni 100 posti letto. Circa 28 mila persone vivono in spazi ritenuti degradanti dalla Corte di Strasburgo.
Sono molte centinaia i ricorsi pendenti per questioni legate proprio all'inadeguatezza dei luoghi di reclusione. Se tutti e 28 mila i detenuti in surplus e senza spazio vitale dovessero fare ricorso l'Italia dovrebbe sborsare una cifra intorno ai 420 milioni di euro a titolo di risarcimento. Infatti nella ultima sentenza la Corte ha assicurato una media di 15 mila euro di risarcimento a detenuto.
Degli oltre 64 mila carcerati, il 53,41% è dentro per reati contro il patrimonio. Il 10,2% ha una condanna o una imputazione di mafia e dintorni. Il 36,8% è in carcere per reati contro la persona. Il 60,45% delle persone condannate deve scontare una pena residua inferiore ai 3 anni.
Secondo Antigone le leggi sulla recidiva (ex Cirielli), sulle droghe (Fini-Giovanardi) e sulla immigrazione (Bossi-Fini) sono le cause della crescita della popolazione detenuta negli ultimi 22 anni. Dagli ultimi dati della Corte europea dei diritti umani, aggiornati al 28 ottobre di questo anno, l'Italia è seconda solo alla Russia per numero di ricorsi pendenti. I due Paesi hanno rispettivamente 14.550 e 18.750 ricorsi.
Contro il malfunzionamento della giustizia, gli avvocati del Consiglio dell'Ordine di Napoli si sono presentati alla cerimonia di inaugurazione dell'anno giudiziario con le mani legate e una fascia tricolore sulle toghe con la scritta "In difesa dei diritti". La protesta prima dell'inizio della relazione del presidente della Corte di Appello, Antonio Buonajuto.