La presidente Rosy Bindi fa appello ai partiti per candidature pulite: "Si rischia un voto inquinato. Si faccia il tagliando alla Severino"
Sono 14 i nomi dei candidati alle comunali che la commissione Antimafia ha giudicato "impresentabili". Lo ha annunciato la presidente della commissione stessa, Rosy Bindi. "Otto hanno certificato il falso in merito a condanne e non sono quindi candidabili per la legge Severino - ha spiegato la Bindi -. In tre sono ineleggibili mentre altri tre casi sono relativi al codice di autoregolamentazione". Uno dei candidati coinvolti è in lista a Roma.
I nomi degli "impresentabili" - Ecco di seguito i nomi 14 candidati segnalati dall'Antimafia per le Comunali del 5 giugno. Sette sono a Battipaglia: Carmine Fasano, Daniela Minniti, Lucio Carrara, Francesco Procida, Bartolomeo D'Apuzzo, Demetrio Landi e Giuseppe Del Percio. Cinque sono a Roma, di cui quattro nel sesto municipio: Antonio Carone, Domenico Schioppa, Antonio Giugliano e Fernando Vendetti; un unico impresentabile nel consiglio comunale, Mattia Marchetti. I restanti due sono in Calabria: a Scalea Carmelo Bagnato e a San Sostene Alessandro Codispoti.
In particolare l'Antimafia segnala che Alessandro Codispoti, Giuseppe Del Percio e Domenico Schioppa non sono eleggibili e quindi dovrebbero dimettersi in caso di elezione. Fernando Vendetti, Mattia Marchetti e Giugliano Antonio non hanno candidature corrispondenti ai criteri del Codice di autoregolamentazione votato all'unanimità da tutte le forze politiche della Commissione antimafia. Infine Demetrio Landi, Bartolomeo D'Apuozzo, Francesco Procida, Lucio Carrara, Daniela Minniti, Carmelo Bagnato, Carone Antonio e Carmine Fasano sono incandidabili secondo quanto prevede la legge Severino.
A Roma un candidato sindaco è stato arrestato nel 2013 - L'Antimafia rivela inoltre che uno dei candidati a sindaci a Roma, Simone Di Stefano, è stato tratto in arresto in flagranza per furto aggravato nel dicembre 2013. Di Stefano, esponente di Casapound, fu condannato a tre mesi di reclusione e al pagamento di una multa di cento euro in relazione al furto della bandiera dell'Ue avvenuto il 14 dicembre 2013 nel corso di un blitz nella sede dell'Unione europea a Roma.
E' stato poi riferito che un'altra candidata è coniugata con un avvocato, attualmente in carcere, condannato a anni 9 e 6 sei mesi per delitti di concorso in corruzione e di partecipazione ad associazione mafiosa. Un terzo candidato, infine, risulta imparentato con un soggetto indicato appartenente al clan Gallace della 'ndrangheta.
Liste civiche - Tutti i 14 "impresentabili" fanno parte di liste civiche, ha detto ancora la Bindi, spiegando che la relazione conclusiva dell'Antimafia è stata approvata all'unanimità da tutta la commissione e lanciando un appello alla politica: "Se si vuole combattere la mafia non ci si può nascondere, bisogna metterci la faccia". La Bindi ha anche evidenziato come in alcuni Comuni i partiti politici non abbiano presentato candidati e in altri ci siano soltanto liste civiche.
"Per i candidati al Consiglio comunale di Roma - ha notato la Bindi - si tratta di situazioni nelle quali non si registra un discostamento, sia dalla legge Severino, che dal codice di autoregolamentazione. Nel VI municipio qualche situazione critica l'abbiamo rilevata". Quanto al caso rilevato a Roma, si tratta di "un caso in una lista civetta", in pratica nella lista civica Giovanni Salvini.
"Situazione migliore rispetto all'anno scorso" - "Abbiamo rilevato una situazione sicuramente incoraggiante rispetto allo scorso anno - ha commentato la presidente della commissione presentando la relazione sui comuni sciolti per infiltrazione mafiosa -. Credo che l'attenzione che si è creata intorno alla qualità della classe dirigente ci consegna dei dati preoccupanti, ma anche rassicuranti per le situazioni più critiche".
Scioglimento Comuni, legge da rivedere - Secondo la Bindi la legge sullo scioglimento dei Comuni ha bisogno di modifiche. A questo riguardo, Bindi ha citato il caso di Platì, sciolto per 15 volte, e in cui si presentano due liste civiche con candidati legati alle amministrazioni precedenti che hanno provocato lo scioglimento.
Severino, serve un tagliando - E serve un tagliando anche alla legge Severino secondo la Bindi. "A parte il gioco strano tra incandidabilità e ineleggibilità - spiega -, un altro aspetto da rivedere riguarda le pene, con condanne definitive non inferiori a due anni, ma è anche vero che molti candidati sono stati condannati varie volte. La legge però non consente di sommare le condanne".
3.500 i candidati presi in esame - "Il lavoro svolto è molto importante - spiega ancora la presidente -. Abbiamo preso in esame la posizione di oltre 3.500 candidati, 2.500 nel solo Comune di Roma". In esame i Comuni di San Sostene (Catanzaro), Joppolo (Vibo Valentia), Badolato (Catanzaro), Sant'Oreste (Roma), Platì (Reggio Calabria), Ricadi (Vibo), Diano Marina (Imola), Villa di Briano (Caserta), Morlupo (Roma), Scalea (Cosenza), Finale Emilia (Modena), Battipaglia (Salerno) e Roma.