L'ex premier ha sottolineato come un eventuale ritorno al governo renderebbe il M5s "più prudente e intransigente"
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Pareva essersi aperto uno spiraglio per un ritorno al dialogo tra Movimento 5 stelle e Partito democratico, spiraglio rivelatosi inesistente. Giuseppe Conte, a "Mezz'ora in più", è tornato a parlare dei mesi del Conte II e delle prospettive di campo largo. Alla domanda di un possibile ritorno di fiamma post elettorale con i dem, l'ex premier ha risposto: "In politica pensare di governare da soli, io me lo auguro, è improbabile. Una prospettiva di lavorare domani con altre forze politiche come il Pd ci può stare". Poi la precisazione. "Dico al Pd e ai nostri elettori: le delusioni maturate ci rendono ancora più prudenti e intransigenti".
La suggestione di un ritorno al passato (gradito nel Pd da una nutrita schiera di nostalgici dell'alleanza giallo-rossa, avendo le due forze politiche investito tempo e sacrifici nella costruzione di quell'intesa che ancora oggi esiste e resiste su molti territori in giro per il Paese: da Napoli alla Sicilia) è durata un paio d'ore. Ci ha pensato lo stesso Conte a smorzare gli entusiasmi su Twitter. "Mi spiace deludere qualche titolista, qualche giornale, ma credo che il mio pensiero sia stato forzato e travisato - scrive l'ex premier -. Nelle condizioni attuali con i vertici nazionali del Pd folgorati dell'agenda Draghi non potremmo nemmeno sederci al tavolo".
Conte parla anche di eventuali dibattiti dei leader in tv. In un post su Facebook il presidente del M5s scrive di essere pronto a rinunciare alla sua mezz'ora per partecipare a un dibattito. Mentre accetta l'invito di Enrico Mentana per un confronto a 4 (centrodestra, centrosinistra, Cinque Stelle e Azione-Iv), Conte è durissimo con la Rai. "Apprendo che da tempo Letta e Meloni lavorano a un accordo per fare un confronto da soli, a lume di candela, in prima serata in Rai, servizio pubblico. Questo accordo è stato evidentemente portato avanti escludendo le altre forze politiche fra cui la mia, il Movimento 5 Stelle, che è numericamente il secondo gruppo del Parlamento".
E allora, prosegue, "se Letta e Meloni hanno rinunciato alla loro mezz'ora in prima serata sul servizio pubblico per fare un'ora di confronto a due, allora a tutti deve essere concessa questa opportunità".