Servono almeno 505 voti. Il Pd porta in dote 444 voti favorevoli a cui si aggiungono 33 sì di Sel, 32 di Sc, 13 del gruppo per l'Italia centro-democratico, 34 dalle autonomie e dal gruppo Misto, 4 dei Popolari per l'Italia, più altri: Mattarella potrebbe sfondare il tetto di 600 preferenze
© ansa
Cinquantacinque voti oltre il quorum. Sulla carta, al quarto scrutinio, la candidatura di Sergio Mattarella a Capo dello Stato potrà contare su un pacchetto minimo di 560 voti, anche senza Ncd-Ucd e FI. Un risultato che non tiene conto dei possibili franchi tiratori, forse 40, ma anche del sì degli ex M5S, che però assicurano che voteranno Rodotà. Ma soprattutto Alfano potrebbe decidere alla fine di far votare ai suoi (75 voti) Mattarella.
Secondo la mappa dei Grandi elettori, il Pd porta in dote 444 voti favorevoli (415 fra deputati e senatori e 31 delegati regionali), a cui si aggiungono 33 sì di Sel, 32 di Scelta civica, 13 del gruppo per l'Italia centro-democratico, 34 che arrivano dalle autonomie e da parlamentari appartenenti al gruppo Misto, 4 dei Popolari per l'Italia. Aggiungendo gli eventuali 35 ex M5S nonché alcuni senatori di Gal e una mini pattuglia di Ncd, i cosiddetti "siciliani", Mattarella potrebbe sfondare il tetto di 600 preferenze. Alla seconda votazione, infatti, due parlamentari di Ap, Marcello Gualdani e Giuseppe Pagano, hanno ottenuto 17 voti. Voti che, sottolineano fonti parlamentari Pd, potrebbero provenire in buona parte dal gruppo di Grandi elettori siciliani dell'area centrista tutt'altro che convinto di votare scheda bianca anche alla quarta votazione.
Le incognite - Due però ancora le incognite principali: la consistenza dei franchi tiratori (soprattutto fra i Dem) e l'indicazione finale che Alfano e Berlusconi daranno alle loro truppe. Il ministro dell'Interno starebbe valutando nelle ultime ore la possibilità di schierare i suoi grandi elettori con gli alleati di governo, così come Forza Italia (che ha 143 voti) dopo aver valutato la possibilità di abbandonare l'Aula ha invece deciso, almeno al momento, di votare scheda bianca. Una scelta che nel segreto dell'urna potrebbe far convergere qualche voto su Mattarella.
I no sicuri - Chi certamente non scriverà il nome del giudice della Corte Costituzionale sulla scheda di sabato saranno Fratelli d'Italia (che in tutto ha 10 grandi elettori) e la Lega (che ne conta 38). Resta poi l'incognita M5S: i parlamentari grillini, che finora hanno votato Ferdinando Imposimato, si riuniranno per decidere la linea da seguire.