Sono tredici gli impresentabili dei Pentastellati, ma tra loro in molti approderanno al Parlamento: tra gli eletti Vitiello, Cecconi e Caiata
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Sono tredici i "reietti" del M5s, quelli che hanno truccato bonifici, che sono iscritti alla massoneria o che sono banalmente "impresentabili" perché indagati: tutti hanno corso alle politiche. Di questa squadra in molti ce l'hanno fatta e li troveremo in Parlamento, ma dove? Qualcuno è già pronto a confluire nel gruppo Misto, come ad esempio, Catello Vitiello, il primo degli espulsi dal Movimento 5 stelle a essere confermato in Parlamento. Lui, massone non dichiarato, ha ottenuto oltre il 46% dei voti nel collegio uninominale di Castellammare di Stabia, in provincia di Napoli, ha già dichiarato di volersi iscrivere al gruppo misto. Niente di fatto, a quanto pare, per gli altri ex massoni che si erano candidati con il Movimento: Piero Landi e Bruno Azzerboni. Ma capiamo quanti tra i candidati coinvolti nello scandalo Rimborsopoli siederanno tra Montecitorio e Palazzo Madama.
Andrea Cecconi, l'ex presidente pentastellato alla Camera, il primo con il piemontese Carlo Martelli a finire nella bufera rimborsopoli, ha vinto la sfida contro Marco Minniti a Pesaro. Giulia Sarti, che si è autosospesa dal M5s in attesa della decisione dei probiviri, nell'uninominale per la Camera a Rimini si piazza seconda con 31,84%, non sfonda ma potrebbe essere ripescata. Tra i morosi resta in bilico ma ancora aperta anche l'elezione di Carlo Martelli, Maurizio Buccarella, Silvia bendetti, Emanuele Cozzolino ed Elisa Bulgarelli: tutti in terza posizione.
In Basilicata, dove il successo del Movimento 5 stelle è netto, alla Camera è stato eletto anche il presidente del Potenza calcio, Salvatore Caiata, espulso una decina di giorni fa perché indagato per riciclaggio.