Non ci sarà Cuperlo, uno dei leader della sinistra Pd che non aveva seguito Bersani e D'Alema nella scissione. De Vincenti torna in lista
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La formazione delle liste del Pd per le elezioni è stata un vero e proprio psicodramma, al termine del quale sul campo resta un esercito di esclusi. Anche se Renzi ha lanciato messaggi di "pace" provando a ricucire, la direzione fiume nella notte tra venerdì e sabato ha fatto numerose vittime eccellenti.
Il ministro De Vincenti, inizialmente dato per escluso, è tornato in lista e correrà nel collegio uninominale di Sassuolo. L'ipotesi di una sua esclusione aveva scatenato le proteste del suo collega di governo Calenda, tanto che Renzi era intervenuto spiegando che era stato lo stesso De Vincenti a dire un "no deciso" alla candidatura che gli era stata offerta.
Per molti altri la bocciatura è stata senza appello. Fuori il senatore Luigi Manconi (sua la battaglia sullo ius soli), fuori il presidente della commissione Ambiente (e amico di vecchia data di Paolo Gentiloni), Ermete Realacci.
In Sicilia porte chiuse all'ex governatore Rosario Crocetta: si pensava che avesse un accordo con Renzi (un seggio in Parlamento in cambio della sua rinuncia a ricandidarsi in Regione) ma le cose sono andate diversamente. A Palermo fuori anche Peppe Lumia, componente della commissione Antimafia. Non ci sarà in Parlamento Antonio Di Pietro: lo aveva candidato il Pd del suo Molise ma alla fine Renzi ha detto di no. "Si vede che preferisce i pregiudicati a un giustizialista", è stato il suo commento. Ma nel caso di Di Pietro forse ha contato di più il fatto che l'ex pm avesse annunciato che non avrebbe mai votato a favore di un governissimo Pd-Fi. Nel prossimo parlamento saranno di meno quelli che fanno la fronda a Renzi.
Non ci sarà Gianni Cuperlo, uno dei leader della sinistra Pd che non aveva seguito Bersani e D'Alema nella scissione: ha rifiutato il collegio "superblindato" che gli era stato offerto a Sassuolo. Non ci sarà Marco Meloni, l'unico deputato che può essere considerato ancora vicino a Enrico Letta. Non ci sarà il giovanissimo (ha 20 anni) portavoce dell'area guidata dal ministro Orlando, Marco Sarracino. Non è detto che non ci siano sorprese dell'ultima ora: le liste devono essere presentate entro lunedì alle 20.