Roma, Conte apre gli Stati generali a villa Pamphilj: "Investire nella bellezza dell'Italia"
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Il premier dopo la presa di posizione di Carlo Bonomi: "Ammetto i ritardi ma non rispondo per le carenze strutturali"
Per la ripartenza dopo il coronavirus serve impegno, ma "una nuova dolorosa recessione" può essere evitata "solo se non nascondiamo colpe ed errori commessi da tutti negli ultimi 25 anni". Ne è convinto il presidente di Confindustria, Carlo Bonomi, che dopo aver partecipato agli Stati Generali chiede allo Stato che "ora si onorino i contratti-debiti verso le imprese". A partire dalla immediata restituzione di 3,4 miliardi di accise sull'energia".
"Cig anticipata da imprese, ritardi su liquidità" "La cassa integrazione è stata anticipata in vasta misura dalle imprese e così sarà per ulteriori 4 settimane", scrive ancora Bonomi, affermando che ci sono stati "gravi ritardi anche per le procedure annunciate a sostegno della liquidità. Le misure economiche italiane si sono rivelate più problematiche di quelle europee".
"Subito alle imprese 3,4 mld di accise energia" Il presidente di Confindustria chiede quindi "l'immediato rispetto per la sentenza della magistratura che impone la restituzione di 3,4 miliardi di euro di accise energia, impropriamente pagate da imprese e trattenute dallo Stato, nonostante la sentenza della Corte di Cassazione che ne impone la restituzione".
Conte: "Nonostante le riaperture, Fase 3 è drammaticamente difficile" Nonostante la riapertura delle attività dopo il lockdown, "non si è ripristinato un circuito dei consumi ordinario rispetto allo status quo ante". A chiarirlo, in occasione degli Stati generali a Villa Pamphilj, è il premier Conte, il quale, citando l'Istat, parla di "una congiuntura drammaticamente difficile. Il fatturato è calato del 29,4% rispetto a marzo, del 23,9% nella media dello stesso trimestre del 2019", sia sul mercato interno sia su quello estero "e questo raddoppia l'effetto discesa".
"Ammetto i ritardi, ma non rispondo per le carenze strutturali" "Ci siamo trovati a fare interventi, penso alla Cassa integrazione, che normalmente facevamo nell'arco di cinque o sei anni - spiega ancora il presidente del Consiglio -. Stesso discorso anche per le necessità delle imprese, dove c'erano aspettative di pochi giorni e poche settimane. E' chiaro che delle criticità si sono rivelate e anche sulla prospettiva della liquidità non è sufficiente disegnare un modello normativo pensando che possa conformarsi all'unisono in maniera perfetta. Facciamo ammenda per eventuali carenze che si stanno dimostrando e abbiamo l'umilta' di ammettere ritardi ed errori. Fermo restando che certo non possiamo essere chiamati a rispondere di carenze strutturali che il sistema Italia si porta dietro da circa 20 anni".
"Incertezza non finirà tra qualche mese" Secondo Conte "il quadro macroeconomico si presenta molto complesso: abbiamo capito tutti che questa emergenza avrebbe portato con sé alti costi, oltre che umani, economici e sociali. Peraltro da un confronto che manteniamo sempre aggiornato con le maggiori autorità economiche nazionali, europee, internazionali, abbiamo convenuto sul fatto che l'incertezza che si è scatenata non verra' sciolta certo nel giro di qualche mese".
"Luglio decisivo, se tardano le risposte salta tutto" Il premier afferma infine: "Se ritarderemo le risposte potremo certificare il fallimento del mercato Unico, dei pilastri dell'Ue. Salterà tutto, il mercato Unico, il trattato di Schengen, salterà la protezione del benessere dei cittadini europei, delle imprese, delle famiglie. Perché è evidente che se non si interviene uno shock sinergico coinvolgerà tutti. Ma all'esito di queste macerie avremo dei Paesi che avranno dimostrato una maggiore resilienza, sono forti dello spazio fiscale che non tutti hanno e l'idea di Europa non la recupereremo più. Venerdì ci sarà un passaggio molto importante con il Consiglio europeo, anche se non determinante. La partita decisiva sarà a luglio".
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