L'ex stratega di Donald Trump, intervistato da Maria Luisa Rossi Hawkins, sull'esito del contratto tra Di Maio e Salvini: "Il populismo è l'unica filosofia politica compatibile col mondo occidentale moderno". E su Berlusconi: "L'unico che ha fatto un passo di lato per il Paese"
di Maria Luisa Rossi Hawkins© ansa
Steve Bannon, l'ex stratega di Donald Trump, all'indomani del voto in Italia aveva auspicato a un accordo tra Lega e M5s definendolo "il miglior scenario possibile". Oggi, a contratto giallo-verde siglato, commenta a Tgcom24 il risultato di questa lunga trattativa: "E' un cambiamento epocale per la politica in Europa. Il populismo è l'unica filosofia politica compatibile col mondo occidentale moderno". L'ex consigliere della Casa Bianca non ha mai nascosto la sua simpatia nei confronti della Lega e in settimana (stando a quanto riporta l'agenzia Bloomberg) sarà in Italia proprio per incontrare Matteo Salvini.
Dopo i risultati delle elezioni italiane, lei ha detto subito che la soluzione di governo più logica era un accordo fra la Lega e i Cinquestelle. Perché?
"Dopo anni di tecnocrazia, imposta dalla Unione Europea, l'unico antidoto credibile a governi non eletti e lontani dal popolo poteva essere solo una collaborazione fra I partiti populisti del Movimento 5 Stelle e della Lega. Come dissi prima delle elezioni, se questa alleanza fosse riuscita a rappresentare anche solo parzialmente il punto di vista degli italiani,avrebbe provocato un cambiamento epocale per la politica in Europa".
I mercati si sono subito agitati davanti alla prospettiva di un'agenda populista. Ma c'è qualcosa che questo governo possa fare per rassicurarli?
"All'inizio, davanti all'imprevedibile i mercati sono sempre nervosi. Questo non deve sorprendere. La cosa migliore che questo governo di unità possa fare è governare il paese al meglio delle proprie capacità e provare a ristabilire una sembianza di normalità nella politica italiana sopratutto in campo economico e dell'immigrazione".
La politica fiscale di questo governo rischia di aumentare il debito italiano e un deficit di bilancio che è già troppo altro rispetto al PIL. Ciò non mette a repentaglio il futuro dei giovani italiani?
"'Euro ha prodotto venticinque anni di recessione in Italia, permettendo alla Banca Centrale Europea di tenere sotto pressione il vostro paese. Non si può continuare a frustare un cavallo morto. Non funziona, ed è per questo che le elezioni sono andate come sono andate. Dopo le errate profezie catastrofistiche sulla Brexit, ogni simile previsione negativa, incluse quelle sul nuovo governo italiano, sono ormai solo un rumore di fondo per i cittadini dell'unione europea. La verità è che la Brexit ha stimolato l'economia Inglese, ed è lecito di aspettarsi lo stesso dal prossimo governo italiano".
Questo è il primo governo populista di un paese fondatore dell'Unione Europea. Com'è potuto accadere?
"Queste vittorie sono come quelle dei movimenti indipendentisti nelle colonie dell'impero Britannico. Ma all'apice della sua potenza l'Inghilterra almeno conferiva un valore aggiunto alle sue colonie, l'Unione Europea invece ha smesso di aggiungere valore ai suoi membri quasi fin dall'inizio. Ora I nodi vengono al pettine".
Vede il populismo come un fenomeno in aumento in Europa? Perché?
"Il populismo è l'unica filosofia politica compatibile col mondo occidentale moderno , l'idea di un governo del popolo e per il popolo sta riemergendo prepotentemente mentre le elites globali sono in piena ritirata. Questo e' il motivo per cui questo nuovo governo italiano è così significativo nel contesto internazionale".
Come dovrebbe essere secondo lei il nuovo primo ministro italiano?
"Il nome del premier compete solo alle parti in causa e a chi le ha elette. Posso solo dire che ci sarà sempre la necessità di una personalità del calibro, della gravitas e delle capacità di Silvio Berlusconi; l'unico che è stato capace di fare un passo di lato per il bene del Paese".
Come reagiranno gli Stati Uniti alla promessa di eliminare le sanzioni alla Russia ventilata dal nuovo governo?
"Come alleati, gli Stati Uniti e l'Italia dovrebbero condividere le ragioni di fondo che sono base di queste sanzioni".
E se l'Italia si opponesse di sottoscrivere le imminenti sanzioni all'Iran promesse da Trump?
"Il ministro degli Esteri Pompeo è stato molto chiaro: le sanzioni all'Iran si faranno e gli Stati Uniti si aspettano che gli alleati li seguano".