Zan: "Tradito il patto politico, responsabilità chiare". Di Maio: "Testo spazzato via nel segreto dell'urna, vergognoso". Sospetti e accuse tra Pd e Italia viva
"E' stata sconfitta l'arroganza del Pd e dei Cinque Stelle". Lo ha detto Matteo Salvini, dopo che il Senato ha approvato con il voto segreto lo stop al ddl Zan. La decisione dell'Aula ha scatenato la polemica politica. Per il Pd di Enrico Letta "hanno fermato il futuro, ma il Paese è da un'altra parte", mentre per Giuseppe Conte (M5s) "chi gioisce per questo sabotaggio dovrebbe renderne conto al Paese".
"Hanno detto di no a tutte le proposte di mediazione, comprese quelle formulate dal Santo Padre. Ora ripartiamo dalla proposte della Lega: combattere le discriminazioni lasciando fuori i bambini, la libertà di educazione, la teoria gender e i reati di opinione"", sottolinea Salvini.
Zan: "Tradito patto politico, le responsabilità sono chiare" - Dopo il via libera alla "tagliola", su Twitter è arrivata la reazione del deputato Alessandro Zan. "Chi per mesi, dopo l'approvazione alla Camera, ha seguito le sirene sovraniste che volevano affossare il ddl Zan è il responsabile del voto di oggi al Senato. È stato tradito un patto politico che voleva far fare al Paese un passo di civiltà. Le responsabilità sono chiare".
Meloni: "Cala il sipario sulla follia firmata Pd-M5s" - Sulla questione si è espressa anche la leader di Fratelli d'Italia, Giorgia Meloni. "Cala il sipario sul ddl Zan, una pessima proposta di legge che noi abbiamo contrastato con coerenza e nel merito fin dall'inizio. Non abbiamo mai cambiato idea e lo abbiamo dimostrato oggi in Senato: siamo stati l'unico gruppo interamente presente e unito nel voto. E' una vittoria che non appartiene solo a noi ma anche a tutte le realtà, le associazioni, le famiglie e i cittadini che in questi mesi si sono battuti ad ogni livello per denunciare follie, contraddizioni e aspetti negativi di una follia firmata Pd-M5s di cui l'Italia non aveva alcun bisogno. Patetiche le accuse di Letta, Conte e della sinistra: i primi ad aver affossato la legge sono i suoi stessi firmatari, Zan in testa, che in questa proposta hanno scritto e difeso norme e principi surreali che nulla avevano a che fare con la lotta alle discriminazioni".
Di Maio: "Testo spazzato via nel segreto dell'urna, vergognoso" - Per il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, "tutti si erano schierati dalla parte dei diritti civili, ma alla fine il ddl Zan è stato spazzato via, nel segreto dell'urna, al Senato. Vergognoso". "Il ddl Zan - ha aggiunto - doveva diventare legge in pochi giorni, invece sono passati mesi su mesi, scuse su scuse, fino a far saltare il provvedimento. Diciamocelo chiaramente: in Italia ci sono ancora forti discriminazioni nei confronti delle persone omosessuali. Questa è la verità. In un Paese moderno questo è inaccettabile".
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Letta: "Hanno fermato il futuro, ma il Paese è da un'altra parte" - "Hanno voluto fermare il futuro e riportare l'Italia indietro". Lo scrive su Twitter Enrico Letta, commentando lo stop al ddl Zan. "Sì, oggi hanno vinto loro e i loro inguacchi (imbrogli, ndr), al Senato. Ma il Paese è da un'altra parte. E presto si vedrà", aggiunge il segretario dem. Il Pd, intanto, sta cercando di capire se i franchi tiratori sono dentro il Pd o nell'area più allargata che ufficialmente era a favore del ddl contro l'omotransfobia.
Sospetti e accuse tra Pd e Italia viva I parlamentari democratici puntano l'indice su Italia viva anche se qualcuno non esclude sabotatori interni di area riformista. Lo stesso Goffredo Bettini della direzione del partito è convinto che siano state le "giravolte di sovranisti e riformisti ad affossarlo". Volano quindi sospetti e accuse incrociati su chi ha tradito, soprattutto fra Pd e Italia viva per assenze e voti ribelli. In realtà tra gli assenti il record va ai 16 senatori del gruppo Misto, la metà del totale dei non presenti.
Il Pd faceva affidamento su 140 favorevoli al ddl. E' la somma dei 38 senatori del Pd, 74 del M5s, 6 di Leu, 16 di Italia viva più vari elementi al netto delle assenze. Quelle nel centrosinistra sono state in tutto 10, la metà del centrodestra. Da qui le accuse provenienti dai dem, anche per capire "se i franchi tiratori siano dentro il Pd o nell'area più allargata e ufficialmente a favore del ddl Zan".
Renzi: "Chi polemizza sulle assenze faccia i conti con i 40 franchi tiratori" Nel tardo pomeriggio non si è fatto attendere anche il commento del leader di Italia viva, Matteo Renzi, che non era presente alla votazione, chiamato in causa dal Pd. "Per mesi - dice - ho chiesto di trovare un accordo per evitare di far fallire il ddl Zan. Hanno voluto lo scontro e queste sono le conseguenze. Chi polemizza sulle assenze dovrebbe fare i conti con i 40 franchi tiratori. La responsabilità di oggi è chiara: e dire che per Pd e Cinquestelle stavolta era facile, più facile dei tempi di 'O Conte o morte'. Non importava conoscere la politica, bastava conoscere l'aritmetica".
Conte: "Chi gioisce dovrebbe renderne conto al Paese" - "Sul ddl Zan registriamo un passaggio a vuoto su un percorso di civiltà e di contrasto a ogni forma di discriminazione e violenza per l'orientamento sessuale", è la reazione del leader pentastellato, Giuseppe Conte. "Chi oggi gioisce per questo sabotaggio dovrebbe rendere conto al Paese che su questi temi ha già dimostrato di essere più avanti delle aule parlamentari".
Forza Italia: Vito lascia gli incarichi, Masini vota contro la 'tagliola' - Elio Vito, con una lettera al presidente Silvio Berlusconi, ha annunciato di lasciare gli incarichi interni al partito dopo che Forza Italia ha votato al Senato a favore delle pregiudiziali sul ddl Zan che hanno bloccato l'iter della proposta di legge. "Per coerenza con le mie convinzioni, a malincuore rimetto l'incarico che mi hai affidato", ha scritto Vito. Barbara Masini, invece, ha annunciato di aver votato contro la 'tagliola'. "La mia storia personale e la mia coscienza mi hanno costretto a votare contro le mozione di non passaggio agli articoli presentata da Lega e FdI, andando anche contro il mio gruppo di riferimento", ha spiegato la senatrice di Forza Italia.