La modifica al dl Covid non è passata. Hanno votato a favore Fratelli d'Italia e Alternativa; contrari M5s, Pd, LeU, Iv. Forza Italia astenuta
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La Lega tenta il colpo di mano in Commissione Affari sociali alla Camera, durante l'esame del decreto Covid, dove è stato presentato un subemendamento all'emendamento del governo, firmato dal relatore Massimiliano Panizzut, che chiede l'eliminazione del Green pass con lo scadere dello stato di emergenza, il 31 marzo. Il testo è stato bocciato, ma la spaccatura nell'esecutivo rimane: a votare contro Pd, M5s, LeU, Italia Viva che chiedono una graduale eliminazione delle restrizioni; a favore invece le opposizioni, Fratelli d'Italia e Alternativa. Si è invece astenuta Forza Italia.
Caos in Commissione dopo la presentazione del subemendamento La seduta era stata sospesa dopo la presentazione di tutti gli emendamenti ed era ripresa alle 16. Il subemendamento del Carroccio aveva spiazziato la maggioranza, che aveva chiesto una pausa di riflessione e si era riunita prima di far ripartire i lavori. Il relatore Panizzut però aveva confermato che il suo partito non avrebbe ritirato la modifica al decreto Covid. La decisione era stata accolta da Fratelli d'Italia e da Alternativa, che come la Lega fanno pressing affinché, come nel resto degli altri Paesi d'Europa, anche in Italia si metta fine al Green pass.
Borghi: "Lo stop va discusso in Aula" "Bocciato per pochi voti il nostro emendamento per abolire il green pass insieme allo stato di emergenza. Grazie a tutti quelli che ci hanno provato, anche degli altri partiti. Vista la rilevanza del tema credo che l'emendamento debba essere ripresentato e discusso in aula". Lo ha scritto su Twitter il deputato della Lega Claudio Borghi, commentando la bocciatura del subemendamento (il risultato: 13 voti a favore, 5 astenuti e 22 contrari).
Zaia: "Revoca? Conta valutazione scientifica nazionale" Non tutti nel Carroccio però la pensano nella stessa maniera. Sull'eventuale revoca della validità del Green pass "la decisione per quanto mi riguarda deve essere vagliata a livello nazionale", ha sottolineato il presidente del Veneto Luca Zaia. "Noi - ha aggiunto - non ci siamo inventati il certificato verde. Comunque è una genesi nazionale. Ma noi abbiamo il 90% di vaccinati, e c'è un rovescio della medaglia: da un lato sarebbe un bel segnale, ma conta la valutazione scientifica a livello nazionale".