Bologna, la commemorazione in Piazza Maggiore 40 anni dopo la strage
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A quarant'anni dall'attentato, il Capo dello Stato sottolinea la necessità "di un'instancabile opera di difesa dei principi di libertà e democrazia". Conte: "Squarciare il velo che separa dalla verità"
In occasione del 40esimo anniversario della Strage di Bologna, che provocò 85 morti e oltre 200 feriti, "desidero riaffermare il dovere della memoria e l'esigenza di piena verità e giustizia. Lo ha affermato Sergio Mattarella, sottolineando "la necessità di un'instancabile opera di difesa dei principi di libertà e democrazia". Per l'associazione per le vittime, gli ex Nar Francesca Mambro e Giusva Fioravanti sono "spesso trattati come star".
L'invito a "non dimenticare mai" quello che il Presidente della Repubblica ha definito un "efferato e criminale gesto terroristico" è arrivato anche dal ministro della Salute, Roberto Speranza.
Il premier Conte ha evidenziato da parte sua l'importanza di "squarciare definitivamente il velo che ci separa dalla verità. Siamo al fianco dei familiari, di chi crede nello Stato e dei magistrati. Lo dobbiamo alle 85 vittime innocenti, lo dobbiamo a noi stessi".
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Associazione per le vittime: "Nar liberi trattati da star" - "E' sconvolgente il trattamento di favore di alcuni responsabili, ricompensati lautamente per il loro silenzio" sulla strage di Bologna. Lo ha detto Paolo Bolognesi, presidente dell'associazione per le vittime, parlando degli omicidi commessi dagli ex terroristi dei Nar Francesca Mambro e Giusva Fioravanti. "Non hanno mai collaborato, oggi sono pienamente liberi e spesso trattati come star", ha aggiunto.
"Verso la verità" - "Sono passati quarant'anni e finalmente il nostro desiderio di ottenere verità comincia a realizzarsi possibile, grazie al lavoro della Procura generale di Bologna che, hanno seguito il denaro di Licio Gelli e analizzato la mole digitalizzata di atti che gli abbiamo forniti", ha dichiarato Bolognesi dal palco della commemorazione in piazza Maggiore. "Quei magistrati hanno reso onore a un altro grande magistrato, Mario Amato. A quei magistrati diciamo due cose: grazie, non vi lasceremo mai soli".
Casellati: "E' tempo di aprire i fascicoli" - Sul palco di piazza Maggiore è intervenuto anche il presidente del Senato, Maria Elisabetta Alberti Casellati. "E' tempo di aprire i fascicoli, è tempo di toglierli dai cassetti. Bologna non è più soltanto un caso giudiziario: è diventata un argomento storico. E la storia non si scrive con i segreti di Stato, con i silenzi o con gli omissis. La storia si scrive con l'inchiostro indelebile della verità".
"Dopo 40 anni siamo tutti saturi di parole" - Parlando con alcuni familiari delle vittime della strage, la Casellati ha affermato ancora: "Essere qua insieme a voi è una forte emozione. So che tante parole non servono, il tempo per il dolore non è certamente galantuomo. Voglio essere qui per raccontare come racconterò in piazza fatti concreti, perché ormai di parole, dopo quarant'anni, siamo tutti saturi. Abbiamo bisogno di verità, senza verità il Paese non ha futuro".
Crimi: "L'unica parola da dire è scusa" - A quarant'anni dall'attentato "si può solo chiedere scusa", ha detto da parte sua il capo politico del M5s, Vito Crimi, sottolineando che "la serietà impone che di fronte ai familiari si ponga un punto fermo. Non è accettabile la mancanza della verità piena". Le "scuse" da parte dello Stato "sono le uniche parole che hanno una parvenza di decenza", ha aggiunto il viceministro dell'Interno.