Il vice segretario della Lega aveva criticato il ministro degli Esteri: "In questa fase dovrebbe farsi aiutare con gli Usa". La segretaria del Pd: "In qualsiasi Paese questo avrebbe già aperto una crisi di governo
L'attacco di Claudio Durigon era arrivato in coda alle discussioni seguite alla telefonata tra Matteo Salvini e il vicepresidente Usa JD Vance. "Tajani è in una posizione un po' difficile, per questo credo che sia utile se si facesse aiutare", aveva detto il vice segretario della Lega in risposta al ministro degli Esteri, secondo cui a dettare la linea sulle vicende internazionali dovrebbero essere lui e il premier. "Non mi sento in difficoltà, lo giudicheranno gli elettori", ha risposto Antonio Tajani. Mentre la segretaria del Pd Elly Schlein rincara la dose: "Il governo non sta più in piedi".
"Salvini ha tutto il diritto di parlare con JD Vance. Anzi, è un'arma in più per il governo se Matteo dialoga con l'amministrazione Usa", ha detto a Repubblica Claudio Durigon, vice-segretario nazionale della Lega e sottosegretario al Lavoro nell'esecutivo Meloni. "Tajani è in una posizione un po' difficile, visto che è un sostenitore di Ursula e del suo piano di riarmo - ha aggiunto -. Sappiamo tutti che von der Leyen non ha grandi rapporti con l'amministrazione americana, il suo Rearm Eu sembra anzi una sfida agli Usa, in questa fase. Per questo credo che sia utile se si facesse aiutare: è ovvio che Meloni è sicuramente la persona più giusta per parlare con Trump. Ma stare al governo è un gioco di squadra - ha sottolineato - i rapporti della Lega, di Salvini, con Washington possono essere utili per l'Italia".
Il ministro degli Esteri Antonio Tajani ha risposto a queste frasi: "Tutti hanno bisogno di farsi aiutare, anche io. Ma non mi sento in difficoltà, lo giudicheranno gli elettori", ha detto a margine di un evento di Forza Italia a Milano.
Le opposizioni dicono che con le divisioni sulla politica estera il governo non sta più in piedi? "Poverini... si illudono", ha replicato il ministro degli Esteri, parlando proprio delle critiche delle opposizioni dopo l'intervista di Durigon. "Le opposizioni stiano tranquille, il governo andrà avanti. Finché c'è Forza Italia al governo le cose andranno bene - ha aggiunto Tajani -. Io lavoro, è il popolo che sceglie... È il popolo che è importante".
"A volte ci attaccano aspramente ma non ti curar di loro ma guarda e passa, forse pensavano che ci saremmo sciolti come neve al sole e di poter venire a saccheggiare i nostri pascoli ma noi abbiamo saputo difendere le nostre pecorelle, i nostri elettori che aumentano. L'invidia fa parte dell'essere umano, noi non siamo invidiosi e andiamo avanti per la nostra strada", ha aggiunto Tajani, che ha ribadito: "Noi siamo sempre leali con i nostri alleati".
Il ministro degli Esteri ha poi aggiunto: "Che differenza c'è tra un partito serio e un partito quaquaraquà? Un partito quaquaraquà è un partito che parla senza studiare e riflettere. I partiti quaquaraquà sono i partiti populisti, quelli che un giorno dicono una cosa e un altro giorno ne dice un'altra. I partiti seri sono quelli che studiano, approfondiscono e poi parlano e decidono, fanno quello che dicono, e non rinnegano quello che dicono senza cambiare idea".
Il botta e risposta tra Durigon e Tajani non è passato inosservato agli occhi dell'opposizione. "Ho letto le dichiarazioni di Durigon e non ci potevo credere: dice che Tajani è in difficoltà e deve farsi aiutare", ha detto Elly Schlein. "La Lega sfiducia il ministro degli Esteri Tajani dopo che qualche giorno fa aveva già commissariato Giorgia Meloni dicendo che non aveva mandato per andare ad approvare le proposte di riarmo a Bruxelles, oggi commissaria Tajani dicendo che deve farsi aiutare mentre Salvini lo scavalca chiamando Vance", ha aggiunto la segretaria del Pd.
"In qualsiasi Paese questo avrebbe già aperto una crisi di governo, è chiaro che il governo non sta più in piedi, è chiaro che non si può occupare dei problemi degli italiani dalle liste d'attesa infinite ai salari bassi alle bollette più care d'Europa", ha ribadito la leader Dem sui social.