Il M5s ha chiuso all'opera e il premier intende dare seguito al contratto di governo. Ma Zaia avverte: "Per il Nord è inaccettabile"
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L'analisi costi-benefici sulla Tav Torino-Lione dice che l'opera "non conviene farla". E' questo il punto cardine del No dell'M5s all'infrastruttura, che rischia di minare la solidità del governo gialloverde. Dopo che Di Maio e soprattutto Di Battista hanno chiaramente detto all'altro vicepremier Salvini che non ci sono margini di trattativa, toccherà al premier Conte mediare. Il quale, però, pare aver già deciso: questo progetto Tav va abbandonato.
Fico: "Sul no alla Tav non torniamo indietro" - "Il M5s è stato sempre, costituzionalmente, per il No alla Tav" e "su questa questione non è possibile tornare indietro". Lo dice il presidente della Camera Roberto Fico sottolineando che una decisione sarà presa alla luce dell'analisi costi-benefici. "Non ho nessun problema con un referendum sulla Tav nel momento in cui venissero raccolte le firme, ma non sono d'accordo con un movimento 5 stelle che dica 'va bene il referendum'". "Movimento 5 Stelle e Lega sono due forze costituzionalmente diverse con modelli differenti: il punto è che all'inizio della legislatura anche il Presidente della Repubblioca ha cercato di far nascere una maggioranza per portare un governo al Paese, e poteva nascere solo con un contratto di governo: è chiaro che in un contratto ci possono essere problemi", ha continuato Fico. "Vi sono molte ragioni per divergere e alcune per rimanere insieme rispetto al contratto e uno dei punti fondamentali è andare avanti rispetto a quello che si è detto nel contratto, ma questo attiene a movimento e lega, io non me ne occupo", ha concluso Fico.
"Sulla Tav - recita infatti una nota di Palazzo Chigi - ho preso un impegno a nome del governo: di procedere alla decisione finale non sulla base di sensibilità personali o di una singola forza politica. Il contratto di governo prevede una 'revisione' del progetto. Abbiamo interpretato questa clausola quale necessità di procedere all'analisi costi-benefici".
Parole che fanno intendere come Conte propenda per una bocciatura dell'opera, malgrado Salvini fino all'ultimo stia tentando di trovare una via d'uscita, ricordando che, a parità di costi, conviene completare l'infrastruttura piuttosto che abbandonarla. "Nessuno stop. Un conto sono le parole, un conto sono i fatti. L'intesa si trova sempre", afferma il vicepremier leghista. "Vorrei ricordare - prosegue Salvini - che la Tav toglie da quella zona un milione di tir. Bisogna rilanciare su tutto, con un grande Piano Marshall sulle opere pubbliche, sulla manutenzione degli ospedali e delle scuole". "Fin qui abbiamo mostrato tutti di agire con concretezza. E in assoluta sintonia sulle scelte. Abbiamo un Contratto di governo e andiamo avanti con quello" ha aggiunto. Più duro il governatore del Veneto, Luca Zaia: "Per il Nord il no è alla Tav è inaccettabile".
Il pensiero leghista resta quindi in aperto contrasto con quello del premier e del vicepremier, Luigi Di Maio. "Finché ci sarà il Movimento al Governo - ribadisce il leader pentastellato da Ortona, in Abruzzo, a margine di un evento elettorale,- la Tav non si farà". E ancora: "Ridimensionata? Il tema non è il ridimensionamento dell'opera: se diciamo queste cose, parliamo di una supercazzola". Poi un avvertimento: "Per me valgono le priorità. In questo governo ce lo siamo detti chiaramente dall'inizio: ci sono cose su cui siamo d'accordo e altre no. Lavoriamo su quelle su cui siamo d'accordo, altrimenti devo concludere che si spinge su cose su cui non siamo d'accordo per creare tensioni nel governo?".