Si sarebbe deciso di chiedere un bilaterale con Parigi per verificare i criteri di finanziamento. La Ue: a rischio 800 milioni di euro
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Sulla Tav "saranno necessari ulteriori incontri" all'interno del governo "non essendoci un accordo finale". E' quanto si legge in una nota della presidenza del Consiglio dopo il vertice di questa notte durato cinque ore. "Sono emerse criticità - fa sapere palazzo Chigi - che impongono un'interlocuzione con gli altri soggetti partecipi del progetto, per verificare la perdurante convenienza dell'opera e la possibilità di una diversa ripartizione degli oneri economici".
Nonostante il lungo incontro, quindi, le risposte definitive sulla grande opera sono ancora rinviate. Lunedì 11 marzo il Cda di Telt dovrà dare il via libera ai bandi. In gioco, ha ricordato la commissione Ue, ci sono 800 milioni di euro che, in caso di mancato avvio delle gare, l'Italia potrebbe perdere.
Il vertice avvenuto nella notte doveva servire per trovare una mediazione tra M5s e Lega. A Palazzo Chigi con Conte c'erano i vice Salvini e Di Maio e il ministro Danilo Toninelli. La Lega vuole un Sì senza più rinvii, anche a costo di chiamare i cittadini piemontesi a pronunciarsi con un referendum o di far decidere a un voto del Parlamento. Il M5s ha reso quella per il No la battaglia della vita politica. Fughe in avanti, avvertono dall'una e dall'altra parte, rischiano di far cadere il governo.
Le due riunioni nella notte - A Palazzo Chigi hanno avuto luogo due riunioni: la prima ha affrontato la parte tecnica del dossier e ha visto la presenza, oltre che di Conte, dei vice, e del ministro Danilo Toninelli, di due squadre di "prof" portate nella sede del governo sia dal M5S che dalla Lega. I tecnici riuniti sono stati undici e tra questi il Movimento ha portato due membri della commissione che ha bocciato l'opera con l'analisi costi-benefici. La Lega ha risposto con una sua squadra in cui figurava Pierluigi Coppola, l'unico di quella commissione a non firmare le conclusioni volute dal professor Marco Ponti.
Dopo oltre tre ore i tecnici hanno lasciato Palazzo Chigi, senza rilasciare dichiarazioni. Poi, però, il vertice è entrato nella sua fase più delicata, quella politica. Insieme a Conte, Di Maio, Salvini, Toninelli c'erano i due sottosegretari al Mit leghisti Armando Siri e Edoardo Rixi, il capogruppo M5S al Senato Stefano Patuanelli e il presidente della commissione Trasporti a Palazzo Madama Mauro Coltorti. E su questa seconda parte è calato il silenzio.