Sul quaderno di un alunno di una media del Bolognese appare la domanda: "Come cacciare Salvini?". Il vicepremier insorge ma l'ufficio scolastico regionale smonta il caso: "Non era un compito in classe"
"Come facciamo a cacciare Salvini?". E' la domanda scritta sul quaderno di un alunno di prima media di una scuola di Castel del Rio (Bologna) che ha fatto scoppiare la polemica, sollevata da post di genitori e alimentata dalla Lega. Lo stesso Salvini ha scritto su Fb: "Una insegnante di italiano avrebbe chiesto agli studenti 'come facciamo a cacciare Salvini?'. Non ci voglio credere, verificherò". Ma a definire il caso "inesistente" ci ha pensato il direttore generale dell'ufficio scolastico regionale per l'Emilia Romagna, Stefano Versari: "Nessun compito dato dall'insegnante".
A corredo della foto con la frase incriminata, Salvini ha scritto anche: "Andrò fino in fondo per verificare se siamo di fronte a uno scherzo o a una triste realtà. Scriverò al ministro della Pubblica istruzione. Un abbraccio a quei bimbi da parte di un papà che lavora per una scuola senza pregiudizi in un Paese libero".
L'attacco della Lega: "Fatto gravissimo se confermato" - Secondo la Lega la domanda "Come facciamo a cacciare Salvini?" sarebbe stata inserita in un compito in classe di italiano. Il consigliere regionale del Carroccio, Daniele Marchetti, aveva subito attaccato: "Si tratta di un fatto, qualora confermato, gravissimo. Se è vero che stiamo indagando sulla veridicità della segnalazione che ci è arrivata, è anche vero che sin da ora è possibile trarre alcune conclusioni incontrovertibili: come si fa a porre una domanda simile a dei ragazzini di 11-14 anni?".
"Non era un tema ma un esercizio svolto in classe" - Secondo Versari, intervistato dall'agenzia Ansa, quella domanda è stata scritta in seguito a un esercizio fatto in classe, la "bottega dei desideri: una pratica didattica fatta all'inizio di un nuovo ciclo scolastico per far conoscere i bambini tra di loro e all'insegnante. Ogni alunno esprime un desiderio e trascrive sul quaderno quelli degli altri, per parlarne poi insieme al docente e conoscersi".
"Desiderio espresso da un alunno" - Il presunto tema sarebbe invece un desiderio particolare ("cacciare Salvini") espressso da un alunno che l'insegnante, secondo quanto riferito dalla dirigente scolastica dell'istituto al direttore Versari, avrebbe anche chiesto di non trascrivere insieme agli altri (tra questi figurano "risolvere la desertificazione" o "guarire le malattie"). Qualche bambino zelante non l'ha ascoltata e una volta portato a casa il quaderno un genitore avrebbe fatto il resto pubblicando sui social la pagina del quaderno.
"Realtà che cerca l'esorbitanza" - "Per precauzione - sottolinea Versari - ho chiesto sull'episodio una relazione scritta. Ma ho la percezione di una realtà che cerca l'esorbitanza, e che quando l'esorbitanza non c'è tende a costruirla, a stravedere rispetto alla realtà. Non è un bel segnale".