Il ministro: nulla da nascondere sul mio operato. Non sapevo nulla della vicenda Guidi
"Io quel provvedimento lo difendo, risponde a una necessità, crea lavoro. Naturalmente posso sbagliare, non dico di essere perfetta. Ma anche nei miei errori c'è sempre la buonafede, mai la lusinga di qualcuno o gli interessi personali". Così il ministro Maria Elena Boschi alla Stampa, interviene sul caso scatenato nel governo dalle dimissioni del ministro Guidi, che la cita in un'intercettazione, parlando col compagno, Gianluca Gemelli.
La Boschi ha fatto sapere alla procura lucana che dalla prossima settimana sarà disponibile a farsi sentire come persona informata dei fatti, se lo riterranno. "Ogni settore che smuove posti di lavoro ha le sue lobby. Noi abbiamo una linea chiara - afferma -: sbloccare il Paese, toglierlo dalle sabbie mobili della burocrazia. Vale per le estrazioni, per l'edilizia che ha perso oltre mezzo milione di posti di lavoro, per la banda larga. Non sapevo nulla del compagno di Federica. Ma conosco molto bene il provvedimento, atteso dal 1989". "Era ed è sacrosanto".
"Occorre avere due stelle polari - aggiunge la Boschi -: la legge e la propria coscienza. Io personalmente le ho rispettate entrambe. Ci attaccano i poteri proprio perché non siamo schiavi dei poteri forti, non siamo il terminale di niente e di nessuno. Questo non piace a molti".
E sulla intercettazione in cui la Guidi afferma: "Maria Elena è d' accordo", precisa: "Certo che ero d'accordo. Io con i colleghi parlo di tutti gli emendamenti. Faccio questo di mestiere: il ministro dei Rapporti col Parlamento". "Del resto -dice ancora - più volte direttamente il presidente del Consiglio aveva sottolineato pubblicamente l'importanza di Tempa Rossa. È tutto alla luce del sole, nessun blitz, nessun gioco segreto".