Bufera politica a Terricciola

Pisa, sindaco e assessora diventano genitori e lei è costretta alle dimissioni | Appello al premier Meloni: "Discriminata perché mamma"

E' bufera politica a Terricciola. La coppia ha una figlia nata a mandato in corso. L'opposizione ha contestato l'incompatibilità dei ruoli

14 Mar 2024 - 17:13
 © Facebook

© Facebook

Galeotta fu... la giunta e chi la elesse. Potremmo aggiornare così la citazione del quinto Canto dell'Inferno di Dante Alighieri nella Toscana di oggi. A Terricciola (Pisa), infatti, è scoppiato un caso politico per la storia d'amore tra il sindaco Mirko Bini e l'assessora Giulia Bandecchi, sbocciata nel bel mezzo del mandato e che da un anno e mezzo li ha resi genitori di una bimba. L'opposizione ha contestato la violazione del testo unico degli enti locali in cui si precisa che "un sindaco non può nominare il coniuge, gli ascendenti, parenti e affini entro il terzo grado", e lo statuto comunale che stabilisce "l'incompatibilità per i membri della giunta comunale in caso di rapporti di parentela e di affinità con il sindaco". Così l'assessora, costretta alle dimissioni, si appella al presidente del Consiglio Giorgia Meloni: "Chiedo tutela: la mia colpa è essere mamma e avere in comune con il sindaco una figlia".

© Tgcom24

© Tgcom24

La vicenda

 La relazione sentimentale tra il sindaco di Terricciola, piccolo centro della Valdera in provincia di Pisa, e l'assessora della sua giunta, madre di sua figlia, diventa, dunque, un caso politico, con l'amministratrice che ha scritto al premier Giorgia Meloni per difendere il suo ruolo di mamma, pur comunicando le sue dimissioni dalla giunta, per evitare di strumentalizzare gli affetti e proprio la figlia di 18 mesi.

Il primo cittadino di Terricciola, Mirko Bini e l'assessora Giulia Bandecchi, un anno e mezzo fa sono diventati genitori di una bambina. Un rapporto il loro, nato nel corso del mandato, per il quale l'opposizione contesta la violazione del testo unico degli enti locali in cui si precisa che "un sindaco non può nominare il coniuge, gli ascendenti, parenti e affini entro il terzo grado", e lo statuto comunale che stabilisce "l'incompatibilità per i membri della giunta comunale in caso di rapporti di parentela e di affinità con il sindaco". Il deputato Francesco Michelotti (Fdi), riferisce Il Tirreno che ha pubblicato la vicenda, ha presentato un'interrogazione parlamentare al ministero dell'Interno (poi ritirata), su indicazione di alcuni consiglieri comunali della lista di opposizione Terricciola sicura.

I consiglieri del piccolo centro del Pisano avevano anche interessato la prefettura che però non si è mai pronunciata. La polemica è esplosa a pochi mesi dal voto amministrativo di giugno e ha spinto Bini a dirsi pronto a ricandidarsi. "Non volevo ma ora sto invece pensando di farlo". E ha aggiunto: "La norma non cita la parola conviventi o genitori ma parla di coniugi e affini dove per affini si intende, secondo la nostra interpretazione le unioni civili. Non avendo la possibilità di sostituire Giulia con un'altra figura femminile saremmo dovuti restare senza l'assessora che stava seguendo il piano operativo".

E ancora: "Non credo che ritirare le deleghe a una persona solo perché è diventata madre sia il modo corretto di amministrare un Comune. Giulia è disposta a dimettersi e lo ha fatto. Valuterò cosa fare nel rispetto del ruolo di madre e di persona eletta in democrazia. Se qualcuno deve dimettersi sono io. Magari accetto le dimissioni e poi la nomino di nuovo".

"Michelotti - afferma Giulia Bandecchi - sostiene che sono incompatibile con il ruolo di assessore, perché ho in comune con il sindaco una figlia nata a ottobre 2022, quindi successivamente alla mia nomina del 2019: io e il sindaco non abbiamo vincolo di coniugio non siamo affini, si tira in ballo una bambina di quasi 18 mesi, in vista delle elezioni amministrative. Come mamma e donna ho scritto al presidente Meloni per chiedere di fare chiarezza e tutelare di più le donne che rappresentano le istituzioni e hanno un ruolo politico".

"Chiediamo solo il rispetto della legalità - ha replicato Matteo Arcenni, consigliere di opposizione di Terricciola sicura - e alla prefettura abbiamo chiesto se è stata violata la legge, perché a nostro avviso non è stato rispettato il regolamento comunale. Non tiriamo in ballo le famiglie e i bambini".

Commenti (0)

Disclaimer
Inizia la discussione
0/300 caratteri