Nessun divorzio tra Italia viva e Azione, che restano, al momento, un gruppo unico in Parlamento. Dopo due ore di confronto, Calenda si dice "soddisfatto". Nessuna dichiarazione da Renzi
Nel Terzo polo è stata firmata la "tregua", dopo quasi due ore di assemblea dei senatori di Italia viva e Azione che si è svolta a Palazzo Madama. I due gruppi, che resteranno in vita con gli attuali numeri, hanno sottoscritto un documento comune, approvato all'unanimità, per un impegno a "una leale collaborazione" dei parlamentari e ad avviare un percorso per una lista unitaria alle prossime elezioni europee. Martedì si replica alla Camera con i 21 deputati del gruppo.
Dopo il braccio di ferro aperto da settimane tra Matteo Renzi e Carlo Calenda, dunque, nessuna "randellata" tra i due e nessun divorzio tra Italia viva e Azione, che restano, al momento, un gruppo unico in Parlamento. Con l'impegno "a valutare una lista unitaria" per le Europee del 2024 e a mettere da parte le accuse incrociate, chiedendo espressamente ai singoli parlamentari di "attenersi ai principi di lealtà e correttezza" richiamati nel regolamento del gruppo.
L'accordo arriva dopo un confronto di quasi due ore. Il tempo necessario per consentire a tutti i 10 senatori, che si ritrovano in un'auletta di Palazzo Madama verso le 22 di lunedì sera, di intervenire. I toni restano a lungo bassi e pacati. Si accendono un po' sul finale, nel botta e risposta tra i due leader.
Sia Renzi sia Calenda chiedono di essere leali e corretti, di mettere fine a un clima che sembra aver appesantito il fondatore di Iv: "Mi ha provato molto", dice. Il punto di caduta, e "condizione" fondamentale, è l'impegno a valutare la costruzione di un percorso comune verso le prossime Europee.
Calenda esce dal confronto "soddisfatto" ma calibra molto le parole sulla sfida del 2024: "Si è deciso che in autonomia i partiti decideranno, nel tempo che manca da qui alle elezioni europee, se ci siano le condizioni per fare una lista comune e con gli altri soggetti che si riconoscono con Renew, e non solo".
Nessuna dichiarazione da Renzi uscendo, se non il riferimento al documento comune. Proprio per limare le parole del testo finale, i leader intervengono più volte alzando un po' la voce. "Tra loro c'è stato un rapporto di grande franchezza e civile", riferisce la capogruppo al Senato, Raffaella Paita che definisce il documento "un passo avanti". E aggiunge: "Abbiamo scritto che si riprende il percorso per la costruzione di una lista europea, quindi viene meno il veto espresso da Calenda in tv che aveva dichiarato apertamente che non voleva andare in quella direzione".