Scontro tra i due leader che non hanno trovato un accordo per creare un'alleanza che racchiuda le due anime del Terzo Polo. Il fondatore di IV: "Abbiamo fatto di tutto per ricucire, ma Carlo aveva già deciso"
E' strappo tra Carlo Calenda e Matteo Renzi e, con lo scontro tra i due leader, naufraga l'ipotesi di un partito unico che unisca le due anime del Terzo Polo. L'annuncio arriva dal leader di Azione che spiega che "non lo riusciremo a fare, perché (il leader di Italia Viva, ndr) non lo vuole fare". Le sue parole arrivano dopo quelle dell'ex dem, riportate da La Stampa, con cui avrebbe detto ad amici "Calenda è pazzo: ha sbagliato pillole". La replica piccata su Twitter non è tardata: "Queste volgarità nascondono un nervosismo esagerato - attacca Calenda -. Semplicemente hai provato a darci una fregatura e sei stato rispedito al mittente. Questa volta lo 'stai sereno' non ha funzionato. Fine". Italia Viva però non ci sta e ribadisce: "Interrompere il percorso verso il partito unico è una scelta unilaterale di Carlo Calenda ed è un clamoroso autogol".
Italia Viva replica via social, partendo da uno dei punti di rottura tra Iv e Azione. "Carlo, stai mentendo sullo scioglimento del partito: avviene per chiunque vinca il congresso, ma dopo che viene eletto il segretario, non prima. Italia Viva termina la propria attività politica nell'ottobre 2023": è la dichiarazione, affidata a una serie di tweet, con cui l'account ufficiale di Iv ha risposto a Carlo Calenda che poco prima, sempre su Twitter, aveva sottolineato come Iv (a differenza di Azione) vuole sciogliersi solo nel 2024. "Le risorse del 2024 - si legge in un successivo tweet di Italia Viva - andranno ovviamente sulle europee e saranno gestite dal partito unico. Ma che senso ha fare polemica sui soldi e non sugli ideali? In ogni partito chi vince il congresso gestisce la tesoreria, ovvio, no? Infine sulla clausola etica noi siamo favorevoli. Dove è il problema? Stai facendo polemica senza alcun motivo. Questa necessaria discussione sul merito delle scelte da fare dobbiamo continuare a farla sui social o possiamo farla in riunione?".
"Lo stop deriva dalla scelta di Italia Viva di non votare un documento che avevano dichiarato essere già letto e condiviso. Dietro tutto questo c'è solo un fatto: Renzi tornato alla guida di Italia Viva da pochi mesi non ha alcuna intenzione di liquidarla in un nuovo partito. Scelta legittima ma contrastante con le promesse fatte agli elettori. Dopo mesi di tira e molla ne abbiamo semplicemente preso atto. In un clima volutamente avvelenato da insulti personali da parte di Renzi e di quasi tutti gli esponenti di Italia Viva a Carlo Calenda." Lo riporta una nota di Azione.
"In queste ore ci sono polemiche inspiegabili dentro il Terzo Polo. Ne sono molto dispiaciuto anche perché non vedo un motivo politico per la rottura. Eviterei di inseguire le polemiche e i retroscena". Lo scrive sui social il leader di Italia Viva, Matteo Renzi. "Andrei al sodo. Ieri Azione ha presentato un documento, a noi va bene con piccole modifiche assolutamente accettabili. Le abbiamo pubblicate: i vecchi partiti si sciolgono con l'elezione del Segretario nazionale del partito unico. Se Calenda ci sta, noi firmiamo. Se Calenda ha cambiato idea, lo rispettiamo e ne prendiamo atto", aggiunge. "Quanto alla Leopolda: chi conosce quell'esperienza sa che è un momento bello di confronto politico tra generazioni e storie diverse. È un momento in cui tante persone si avvicinano alla politica. Dire che non può essere più fatta la Leopolda non ha senso. La facciamo con migliaia di volontari dal 2010, non vedo perché dovremmo smettere di farla oggi in un momento in cui la politica va difesa dai populismi e dai sovranismi", prosegue. "Il mio è un appello finale: basta polemiche, rimettiamoci al lavoro tutti insieme. Noi ci siamo, consapevoli della responsabilità verso tanta gente che ci chiede di tornare a sognare, non di volare rasoterra", conclude.
Dopo la riunione con i parlamentari di Italia Viva, Matteo Renzi esprime il suo rammarico per la situazione ribadendo la convinzione che Calenda abbia fatto un errore e dichiara: "Abbiamo fatto di tutto, ma Carlo aveva già deciso. Peccato".
"Quante possibilità ci sono che nasca il partito unico? Oggi la do 50 e 50 la possibilità del partito unico. Conosco Carlo Bertini. Secondo lei se l'è inventato che Calenda ha sbagliato le pillole? Vi rendete conto della violenza. Sono molto preoccupato del clima che si è creato attorno a quel tavolo". Così il capogruppo di Azione-Iv alla Camera, Matteo Richetti, che attacca la Leopolda e la decisione di Renzi di accettare di diventare il nuovo direttore de Il Riformista, due dei temi inconciliabili tra i due partiti per la creazione del partito unico: "La Leopolda si è sempre fatta, ci hanno detto, legittimo farla. Con che risorse? Abbiamo chiesto. 'Con quelle di Iv'. Ma Italia viva come Azione non ci saranno più. Chi la farà la Leopolda? Matteo Renzi? Per me può farla. Può fare tutto: il riformista, la Leopolda... io sono stato massacrato per aver detto che una cosa è fare informazione e una cosa fare politica. Ma lo direi anche per Calenda, per chiunque. Siamo cresciuti battagliando sul conflitto di interessi di Berlusconi. Nel nuovo partito il conflitto di interessi sarà un punto su cui non si transige, ma non solo per Renzi".