STOP FUSIONE CON ANAS

Toninelli azzera il vertice di Fs, scatta il totonomine

I nomi in ballo per il successore di Mazzoncini sono quelli di Bonomi (ex a.d. di Sea) e Sarmi (ex a.d. di Poste). In lizza anche l'attuale a.d. di Rfi Gentile

26 Lug 2018 - 12:13
 © ansa

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Dopo che il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Danilo Toninelli ha azzerato i vertici di Fs, è scattato il totonomine. Per il successore dell'a.d. uscente Renato Mazzoncini, rinviato a giudizio per truffa nell'ambito del processo Umbria Mobilità, i candidati non mancano. I nomi in ballo sarebbero quelli di Giuseppe Bonomi (ex a.d. di Sea) e Massimo Sarmi (ex a.d. di Poste). In lizza anche l'attuale a.d. di Rfi Maurizio Gentile.

Toninelli ha deciso di azzerare il Cda di Fs, in scadenza in primavera e rinnovato a fine 2017 dall'esecutivo guidato da Paolo Gentiloni. "Ho appena firmato la decadenza dell'intero Cda di Fs per chiudere con il passato. Siamo il governo del cambiamento e pensiamo che non esista attività industriale, soprattutto se prodotta al servizio dei cittadini, che non abbia un risvolto etico", ha spiegato l'esponente pentastellato sui social.

Secondo fonti del Mit, non si può derubricare la decadenza del Cda come "un'occupazione di poltrone", ma sarebbe stato il Consiglio di amministrazione che avrebbe in qualche modo costretto, "con le sue prese di posizione, il governo a questo tipo di provvedimento". "Lo statuto avrebbe previsto l'automatica decadenza dopo il rinvio a giudizio per truffa dell'a.d. Mazzoncini e il Cda non ha voluto ottemperare a questa regola etica. Per noi del Movimento 5 Stelle, però, la trasparenza rappresenta un valore imprescindibile per chi lavora al servizio dei cittadini", hanno sottolineato i deputati M5s in commissione Trasporti alla Camera.

Soddisfatti M5s e Lega, mentre il Pd è andato all'attacco. "E' una spartizione selvaggia - ha affermato il capogruppo al Senato Marcucci - che fa impallidire quelle della Prima Repubblica". Di certo ha pesato moltissimo la questione della fusione Anas-Fs, chiusa dal board a inizio anno e che vede la contrarietà sia di Lega sia di M5s, con lo stesso Toninelli che aveva detto di essere pronto a fare marcia indietro in caso si fosse rivelata una mera operazione finanziaria. Va ricordato come il nuovo gruppo Fs-Anas avrebbe potuto vantare un fatturato di 11,2 miliardi di euro, con risparmi complessivi nell'orizzonte di piano per 800 milioni di euro.

Ora però, dopo giorni di tira e molla, la decisione è praticamente presa: manca ancora qualche studio dai tecnici, "ma non c'è alcun motivo per tenere insieme fs e Anas", ha detto chiaramente Toninelli. E il governo mette fretta a Fs: in una lettera indirizzata al cda e firmata da Mit e Mef si chiede di provvedere "alla convocazione d'urgenza dell'assemblea dei soci per lo svolgimento di un'assemblea in forma totalitaria da tenersi entro il 31 luglio prossimo".

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