NOTIZIA DI REATO INFONDATA

Trani, archiviata inchiesta su usura bancaria che vedeva coinvolto anche il ministro Savona

Il pm ha optato per l'archiviazione perché la notizia di reato è infondata

04 Ago 2018 - 13:05
 © ansa

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Il gip del Tribunale di Trani ha archiviato l'inchiesta per usura bancaria a carico di 62 ex o attuali figure apicali di Monte dei Paschi, Bnl, Unicredit e Popolare di Bari, ma anche di Banca d'Italia e Ministero del Tesoro. Una decisione presa perché la notizia di reato è infondata. Tra le persone che erano coinvolto c'era anche l'attuale ministro delle Politiche Europee, Paolo Savona.

Gli indagati, tutte figure apicali degli istituti di credito erano accusati di aver applicato tassi di interesse usurai nei confronti dei correntisti sui finanziamenti concessi tra il 2005 e il 2012, con il concorso morale degli ex vertici di Bankitalia e del Ministero dell'Economia. Tra i 62 indagati per i quali è stata disposta l'archiviazione, ci sono l'ex capo della Vigilanza di Bankitalia, Anna Maria Tarantola (poi presidente della Rai), l'ex ministro dell'Economia Fabrizio Saccomanni (ex dg dell'Istituto di via Nazionale), Alessandro Profumo (ex ad di Unicredit), Luigi Abete (presidente di Bnl), Giuseppe Mussari (ex presidente di Mps), Marco Jacobini (presidente di Popolare di Bari).

Le indagini sono state chiuse nel giugno 2014 ed è allora, sulla base delle memorie difensive, che la Procura ha deciso di "svolgere ulteriori accertamenti tecnici" affidandoli proprio a due esperti funzionari della Banca d'Italia. Le contestazioni, formulate a seguito di decine di denunce di imprenditori del Nord barese, riguardavano il calcolo dei tassi effettivi globali (cosiddetti Teg), che risultavano più bassi di quelli poi effettivamente praticati (e che secondo l'originaria accusa superavano i tassi soglia), per un totale complessivo di poco meno di 100 mila euro. I successivi accertamenti disposti dalla Procura hanno consentito di "escludere affetta da dolo diretto la condotta del dirigente delle Banca che abbia praticato eventualmente condizioni usurarie in adesione alle istruzioni provenienti dalla Banca d'Italia". Non sarebbe emersa, cioè, alcuna "cosciente volonta' di conseguire i vantaggi usurari".

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