I No Triv presenteranno ricorso per chiedere il bloccodelle 5 concessioni estrattive entro le 12 miglia, scadute da anni
Grazie al referendum sulle trivelle "ci sono state modifiche alla normativa proposte dal governo e approvate dal Parlamento. Petroceltic e Shell hanno rinunciato. I permessi di ricerca sono stati bloccati. Penso sia una vittoria". Lo ha detto il presidente del Comitato per il sì al referendum, Pietro Lacorazza, alla Camera. Il Comitato ha inoltre fatto sapere che alcune concessioni sono scadute da anni e per questo verrà presentato un ricorso.
"Se il governo vuole costruire una nuova politica energetica collaborando con i territori, noi siamo pronti", ha osservato Lacorazza. "Abbiamo affrontato due sfide - ha aggiunto -, una l'abbiamo vinta e nell'altra non abbiamo raggiunto il quorum. Quella che abbiamo vinto è che abbiamo smontato la strategia energetica nazionale che prevedeva nel nostro paese il raddoppio di produzione di gas e di idrocarburi, così come il Governo Monti aveva deciso".
"Certo - ha proseguito il presidente del Consiglio regionale della Basilicata - avremmo voluto col quorum smontare le trivelle entro le 12 miglia, ma il fatto che non ce ne saranno più e che i procedimenti in corso sono chiusi, rappresenta comunque un'altra vittoria".
Le concessioni scadute - Secondo Enzo Di Salvatore, estensore dei quesiti referendari, "la norma prevede che siano prorogate le concessioni vigenti, non quelle scadute. Di conseguenza le aziende petrolifere stanno continuando ad estrarre senza autorizzazione". Il costituzionalista ha inoltre reso noto che l'europarlamentare Barbara Spinelli ha presentato una interrogazione alla Commissione Europea chiedendo se non ritenga di aprire una procedura di infrazione per violazione delle regole sulla concorrenza in merito alla estensione delle concessioni.