Dal "Panda-gate" ai funerali di Casamonica in stile Padrino, passando per le distanze prese dal Papa alle cene istituzionali: ecco perché il "marziano" ora è scomodo anche per il Partito Democratico
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E' stata qualche cena di troppo a "defenestrare" il sindaco di Roma dal Campidoglio. Ignazio Marino è stato messo alle strette pure dal suo partito, il Pd, che fino ad oggi lo aveva sempre difeso. Ma stavolta a fare la differenza è stata la somma degli scivoloni: e il "marziano" ne ha collezionati davvero tanti. Tutto comincia nel novembre 2014, con quello che poi è stato ribattezzato il "Panda-gate". Otto multe alla sua panda rossa per essere entrata nella Ztl di Roma senza i dovuti permessi. Il sindaco viene investito dalla bufera, l'auto viene anche fotografata in divieto di sosta. Lui si difende denunciando un attacco hacker nei sistemi informatici di Roma Capitale. Ma alla fine si scopre che il permesso per la sua auto non era stato rinnovato a causa di ritardi burocratici.
Poco dopo, siamo a dicembre 2014 scoppia lo scandalo di Mafia Capitale. Qui, a onor di cronaca, si deve dire che il sindaco romano non viene toccato e gli uomini a lui vicini vengono investiti solo di striscio dalle indagini della Procura. Lui rimarca più volte il taglio netto della sua giunta con l'amministrazione precedente, quella di Gianni Alemanno, che invece secondo i magistrati romani era totalmente collusa. Ma poi ecco che il sindaco eccede, e arriva un'altra gaffe. Marino dice di non aver mai conosciuto Salvatore Buzzi, il re delle coop rosse considerato dai pm come il capo del sistema mafioso che ha infestato l'amministrazione romana in sodalizio con l'ex Nar Massimo Carminati. Poi però sbuca una foto del sindaco a colloquio proprio con Buzzi, e le polemiche lo investono.
Arriviamo al 20 agosto 2015: a Roma si svolgono i funerali in pompa magna di Vittorio Casamonica, dell'omonimo clan mafioso. Le immagini fanno il giro del mondo, suscitando indignazione e scalpore. Ma dal sindaco di Roma non una parola: era in vacanza ai Caraibi.
Il colpo di grazia arriva dalla dura presa di posizione del Papa, che a settembre, durante il suo viaggio negli Usa, nega categoricamente di avere invitato Marino, che nel frattempo era rivolato oltreoceano. Insomma, il sindaco da ospite passa per imbucato. Infine, l'ultima tempesta sulle cene istituzionali.