Il premier italiano ha rivolto un messaggio al presidente russo in merito alla guerra tra Mosca e Kiev
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Giorgia Meloni ha rivolto un messaggio sulla guerra in Ucraina a Vladimir Putin. Al presidente russo "direi che tutto questo non ha senso", ha dichiarato il premier italiano in un'intervista al Tg4. "Quando vedi i peluche dei bambini vicino ai fiori, non ha senso, non ha senso", ha aggiunto.
"Io spero di no, ma questo dipende dalla volontà di Putin e dai tempi con cui questa vicenda si riuscirà a risolvere", ha detto ancora Meloni, rispondendo a una domanda sul rischio di un nuovo muro nel Donbass che dividerebbe l'Europa.
"Io credo sia giusto favorire qualsiasi ipotesi di dialogo ma che non lo si possa fare se non si tengono in considerazione le rivendicazioni ucraine perché anche questo serve a rivendicare il diritto internazionale", ha spiegato il premier. "Se alla fine - ha aggiunto - chi aggredisce l'ha vinta e ottiene quello che vuole, il giorno dopo non abbiamo allontanato la guerra, abbiamo solo reso più facile una nuova invasione e la guerra si avvicina, non si allontana".
"Il punto è capirsi su cosa sia pace: io penso che non possa esistere una pace o qualsiasi tipo di accordo sul quale non sia coinvolto e d'accordo l'aggredito", ha detto ancora Meloni. "Zelensky ha presentato un piano di pace in dieci punti - ha continuato -, e siamo impegnati, come Italia come G7 e tutte le organizzazioni internazionali di cui facciamo parte, ad aprire consultazioni e adesioni".
"Noi siamo al sesto pacchetto di armamenti e di sostegno nel quale ci sono molte cose utili che ci erano state chieste dagli ucraini, ma ci siamo concentrati soprattutto sul tema della difesa antiaerea, nel tentativo anche di difendere le strutture strategiche, così come ci siamo concentrati sugli strumenti per lo sminamento, altra cosa che alla fine rischia di impattare soprattutto sulle persone inermi, sugli innocenti. Sulle munizioni abbiamo fatto già qualcosa". Così il presidente del Consiglio. "Chiaramente, quello che possiamo fare faremo ma - ha continuato - va fatto in accordo con la comunità internazionale perché in questo quadro ci siamo un po' divisi i compiti: non si va in ordine sparso, si cerca di organizzarsi in maniera tale che ciascuno possa fare il meglio di quello che può fare".