Papa Francesco chiede perdono ai nativi del Canada
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Il segretario di Stato vaticano ha confermato la volontà di Francesco di andare a Kiev. E sui rapporti con il Patriarcato di Mosca dice: "Dialogo difficile, a fasi altalenanti, ma non è mai stato interrotto"
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Nella guerra tra Russia e Ucraina, come in tutti i conflitti, "il disarmo è l'unica risposta adeguata e risolutiva a tali problematiche, come sostiene il magistero della Chiesa. Si rilegga, ad esempio, l'enciclica Pacem in terris di San Giovanni XXIII. Si tratta di un disarmo generale e sottoposto a controlli efficaci. In questo senso, non mi pare corretto chiedere all'aggredito di rinunciare alle armi e non chiederlo, prima ancora, a chi lo sta attaccando". Lo ha detto il segretario di Stato vaticano Pietro Parolin in un'intervista a Limes.
Parolin ha ricordato che il Catechismo "prevede la legittima difesa. I popoli hanno il diritto di difendersi, se attaccati. Ma questa legittima difesa armata va esercitata all'interno di alcune condizioni".
Gli appelli alla pace - "La voce del Papa è spesso una voce che grida nel deserto", ha aggiunto Parolin. "È come un seme gettato, che ha bisogno di un terreno fertile per portare frutto. Se gli attori principali del conflitto non prendono in considerazione le sue parole, purtroppo non succede nulla".
"Papa filorusso? Una semplificazione" - Il segretario di Stato vaticano ha anche stigmatizzato la "semplificazione" che vede il pontefice "filorusso" solo per aver chiesto la pace. "Papa Francesco ha condannato fin dal primo istante, con parole inequivocabili, l'aggressione russa dell'Ucraina. Non ha mai messo sullo stesso piano aggressore e aggredito", ha sottolineato.
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Il viaggio a Kiev - Parolin ha poi confermato la volontà del Papa di recarsi a Kiev, viaggio che potrebbe realizzarsi entro la prima metà di settembre: "Il suo desiderio più grande, e quindi la sua priorità, è che attraverso i suoi viaggi si possa giungere a un beneficio concreto. In quest'ottica, egli ha detto di volersi recare a Kiev per portare conforto e speranza alle popolazioni colpite dalla guerra. Allo stesso modo, ha annunciato la sua disponibilità di viaggiare anche a Mosca, in presenza di condizioni che siano veramente utili alla pace".
I rapporti con la Russia - Il segretario di Stato vaticano ha infine parlato dei rapporti con il Cremlino. Dal 24 febbraio, giorno dell'invasione, sono attivi i canali diplomatici e non diretti. Anche con il Patriarcato di Mosca "il dialogo è difficile e conosce fasi altalenanti", ma "non è mai stato interrotto".
L'incontro con Kirill - Lo scorso giugno, tra Papa Francesco e il patriarca Kirill, era previsto un incontro a Gerusalemme, "che poi è stato sospeso. Non sarebbe stato capito e il peso della guerra in corso l'avrebbe troppo condizionato". I due capi religiosi dovrebbero comunque incontrarsi a metà settembre in Kazakistan nell'ambito di un evento interreligioso.